Oramai la gestione delle imprese “non può più concentrarsi solo sul successo di mercato grazie a una efficace strategia competitiva. Un’opportuna gestione dei rischi operativi è necessaria per tutelare la sua reputazione e con essa, in molti casi, la sua stessa esistenza”. Questa considerazione si adatta perfettamente alle società coinvolte nell’incidente di Genova, le quali negli ultimi anni avevano realizzato un percorso notevole di crescita raggiungendo importanti traguardi di mercato ed esprimendo uno dei pochi leader italiani a livello mondiale. Secondo le cifre dell’Ocse, l’Italia per rimodernare le strade nel 2015 ha investito 515 miliardi, la metà rispetto a Germania, Francia o Regno Unito. Per rispetto delle vittime di Genova e per le sette persone morte nei quattro crolli precedenti di ponti avvenuti in Italia negli ultimi 5 anni bisogna imparare la lezione: nelle imprese i rischi operativi vanno gestiti al pari della performance aziendale al fine di prevenire o almeno attenuare le conseguenze negative di eventi catastrofici.