di Anna Linda Giglio

Arriva il reddito di cittadinanza. Ma con comodo. «L’attuazione efficace dell’obbligo formativo e della effettiva partecipazione al mercato del lavoro richiede il rafforzamento qualitativo e quantitativo dei centri per l’impiego», si legge infatti nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef) nel capitolo dedicato a lavoro e welfare. Il che significa innanzitutto coordinarsi con le regioni per «rendere omogenee le prestazioni fornite e realizzare una rete capillare in tutto il territorio nazionale». Poi attuare un piano di assunzioni di personale qualificato, realizzare il Sistema Informativo Unitario per facilitare l’attività di ricollocazione dei disoccupati e, non ultimo, assicurare «un adeguamento dei locali anche dal punto di vista strutturale, rendendo i centri per l’impiego un luogo in cui il lavoratore può trovare da subito un aiuto e condizioni adattate agli urgenti bisogni derivanti dalla perdita del posto di lavoro».

Insomma, i tre anni previsti per il conseguimento dell’obiettivo potrebbero non bastare neanche per mettere a punto la macchina amministrativa. Sul versante previdenziale, oltre alle pensioni di cittadinanza, a quota 100 («con alcune restrizioni funzionali alla sostenibilità del sistema») e alla nuova finestra per i pensionamenti anticipati senza il requisito anagrafico, una «attenzione particolare sarà rivolta alle donne, caratterizzate da una carriera discontinua». Le donne saranno anche al centro delle politiche del lavoro: «Si opererà sul fronte degli incentivi alla genitorialità, con una valutazione degli strumenti in vigore e una rivisitazione di quelli non pienamente efficaci» e sarà «introdotta una politica fiscale che favorisca le famiglie con figli». Il piano prevede, tra l’altro, il potenziamento delle misure già esistenti in materia di indennità per il congedo di maternità, congedo parentale, congedo retribuito obbligatorio per il padre lavoratore, e l’applicazione nel settore pubblico e privato delle diverse forme di lavoro anche a distanza. Interventi mirati potranno essere adottati anche con riguardo all’estensione dell’istituto del part-time alla fine della maternità, nonché con riferimento al potenziamento dell’assegno di maternità di base per le madri disoccupate e casalinghe che non beneficiano dell’indennità di maternità.

Altri interventi tenderanno a favorire i percorsi di autonomia e assunzione di responsabilità da parte dei giovani, come l’accesso alla casa, sia con riferimento al profilo di garanzie per i mutui immobiliari (cui dovrebbero associarsi agevolazioni stabili per l’acquisto di mobili e arredi), sia con riguardo all’offerta di edilizia residenziale pubblica e di social housing. La realizzazione di questi interventi sarà finanziata anche con l’incremento delle risorse del Fondo per le politiche della famiglia e del Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.

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