L’Italia del 2017 resta il fanalino di coda in Europa per i consumi, in calo rispetto al 2010 di oltre il 2% (-2,2%) a fronte di un solido +12,7% tedesco, di un +10,2% francese e di una sostanziale stabilità spagnola (0,1%). E anche nell’ultimo anno il dato italiano (+0,7%) è il più basso tra le grandi economie europee. Le famiglie benestanti spendono 4 volte di più rispetto a quelle con bassa capacità di spesa e tra una famiglia trentina e una calabrese il differenziale all’anno è pari a 17.000 euro.

Inoltre, la spesa del 20% delle famiglie più ricche del paese è salita nel 2017 del 3%, mentre quella del 20% più povero è scesa del 3% e tra una famiglia trentina e una calabrese il differenziale all’anno è pari a 10 mila euro.

Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Coop 2018, consultabile sul sito www.italiani.coop.

Sono cifre che lasciano l’amaro in bocca perché la differenza tra le diverse fasce “continua ad allargarsi nei primi mesi del 2018, con un + 2,8% per chi ha più soldi in tasca e un -4% per chi fa più fatica a sbarcare il lunario”, ha spiegato Albino Russo, direttore generale Coop.

Polarizzati e divisi, gli italiani adottano comportamenti diversi a seconda delle disponibilità economiche, ma anche del luogo in cui vivono, dell’età e dell’occupazione che hanno, del livello di istruzione e del loro stesso approccio alla vita. Quanto a coscienza verde gli italiani non sono secondi a nessuno. 9 italiani su 10 ritengono che vivere in un ambiente salubre è condizione fondamentale per conseguire una elevata qualità della vita (83% in Francia e solo 72% in Germania). E nel carrello i prodotti ecologici e responsabili hanno raggiunto nel primo semestre 2018 quota 2 mld di euro nelle vendite (contro i 3,6 mld di tutto il 2017).

Internet e più in generale tutto ciò che lì ruota, estendendo il concetto alla tecnologia digitale, sono ancora in cima ai pensieri degli italiani che però mostrano se non scetticismo certo una maggiore consapevolezza nel loro uso. Non è un caso che un italiano su 3 riconosca di aver contratto una forma di dipendenza dal suo smartphone (peraltro i consumi continuano a crescere: + 3,6 %). E che sui social la piazza piccola ma sicura di Whatsapp abbia superato la ben più affollata Facebook (82,9% vs 68,8% la percentuale di utilizzo quotidiano).