di Elena Del Maso
Dal wellness al welfare, passando attraverso le cattive abitudini alimentari, la sedentarietà e la crisi dei sistemi previdenziali pubblici, che sempre più arrancano e non riescono a coprire i costi delle patologie croniche legate a obesità, diabete e problemi cardiocircolatori. Con la conseguenza che Technogym , marchio italiano legato allo sport e al benessere, ora sta correndo grazie a un mix di macchinari innovativi e applicazioni digitali che permettono alle persone di tenere sotto controllo il loro stato di salute e di migliorarlo grazie a un allenamento su misura fatto con costanza. Technogym raccoglie i dati (previo benestare dell’utente, che ne resta titolare) nella piattaforma di cognitive computing Watson (realizzata da Ibm) che al momento permette di elaborare le schede di milioni di persone in una ventina di Paesi nel mondo rispetto ai 100 in cui il gruppo di Cesena è presente. Si tratta di miliardi di dati che in futuro potranno essere elaborati e messi a disposizione dei governi con l’obiettivo di predisporre piani di prevenzione per abbassare il rischio di patologie importanti e i conseguenti costi a carico dei sistemi sanitari.
Negli Stati Uniti, per esempio, il gruppo Technogym ha già fatto un passo in questa direzione con le compagnie assicurative. «Chi sottoscrive una polizza sanitaria e vuole risparmiare sul premio annuale deve acconsentire a seguire un piano di allenamento costante, studiato su misura per le proprie condizioni fisiche; in questo modo riceve come benefit l’accesso a un centro sportivo dove sono presenti i nostri macchinari», spiega a MF-Milano Finanza Nerio Alessandri, amministratore delegato di Technogym . «Attraverso un’applicazione scaricabile sul cellulare chiunque può tenere sotto controllo i miglioramenti fisici e risparmiare sul premio, in quanto la compagnia assicurativa può verificare la diminuzione del rischio di malattia del cliente», aggiunge l’imprenditore, classe 1961, che a 22 anni ha fondato questo polo del benessere e del lifestyle.
Alessandri, Cavaliere del Lavoro dal 2001, è stato protagonista del Lifestyle Day organizzato da Borsa Italiana il 5 settembre, cui hanno partecipato imprenditori italiani con le storie e i numeri giusti per poter approdare in borsa. Secondo la filosofia di Alessandri, «le persone che si sentono in forma e a proprio agio con il proprio corpo vivono meglio, hanno migliori rapporti interpersonali, un pensiero positivo e uno stile di vita ottimistico. La qualità della nostra vita quindi dipende moltissimo da come curiamo il nostro stato fisico», dice con convinzione. La sua Technogym ormai non rappresenta più soltanto un marchio del lifestyle italiano, cresciuto grazie a macchinari per il fitness; il gruppo romagnolo ha fatto il salto verso la rivoluzione avviata col programma Industria 4.0 del governo e dunque si trova già con entrambi i piedi nell’era digitale. In primo luogo perché fra i clienti di Technogym figurano colossi come Facebook, Google, Cisco o Apple, che mettono a disposizione dei dipendenti la palestra interna con incorporati l’applicazione e il piano di wellness personale. «Con l’effetto, e le cifre lo confermano, che l’attività fisica riduce l’assenteismo e aumenta la produttività», sottolinea Alessandri. Va inoltre ricordato che Technogym ha cominciato molto tempo fa a pensare al digitale, fondando nel 1996 a Seattle MyWellness, società che raccoglie i dati sullo stato di salute di milioni di persone per offrire loro un programma ad hoc grazie alla collaborazione con esperti di fitness e medici.

Intanto i conti sembrano certificare il successo delle strategie di Technogym , che ha chiuso il primo semestre di quest’anno con un utile raddoppiato a 18,5 milioni a fronte di ricavi in crescita del 6,6% a 266,4 milioni e di un debito che nel giro di 12 mesi è sceso da 145 a 109 milioni. La società di Cesena è sbarcata in borsa sul segmento Mta il 3 maggio 2016 a 3,25 euro per azione e ora viaggia a un passo da quota 7,3 euro per una capitalizzazione intorno agli 1,3 miliardi. In un anno inoltre il titolo ha guadagnato quasi il 70% e negli ultimi sei mesi ha messo a segno un +44% circa. Il gruppo di wellness non cresce bene solo in Nord America (ricavi in crescita del 15,9% nel primo semestre a 29,3 milioni di euro) ma anche in Asia (+ 12,9% a 41,8 milioni di euro), «con risultati molto promettenti soprattutto in Cina; nel Paese stili di vita e alimentazione negli ultimi dieci anni sono molto cambiati, come dimostra la notevole crescita del numero delle persone obese», segnala Alessandri. Il primo mercato per Technogym resta l’Europa, che vale 136 milioni di euro (+4,6% nel primo semestre). «I governi anche in Europa fanno sempre più fatica a sostenere i costi della sanità a causa dell’innalzamento delle attese di vita cui spesso si abbinano poco corrette abitudini alimentari e uno stile di vita sedentario», racconta Alessandri. «Sarà sempre più il settore privato a dover cercare soluzioni per alleggerire il carico della sanità pubblica». (riproduzione riservata)

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