di Luca Gualtieri
L’auspicio ai vertici di Banco Bpm è fare il bis dopo la lucrosa cessione di Aletti Gestielle ad Anima Holding . In queste settimane il gruppo guidato da Giuseppe Castagna sta sistemando l’ultima delicata partita dell’anno, cioé la definizione dell’alleanza bancassicurativa dopo il passo indietro di Unipol e Aviva. Le offerte vincolanti, che saranno raccolte mercoledì 27 dall’advisor Kpmg, potrebbero arrivare in cda il 17 ottobre e la decisione sul nuovo partner dovrebbe essere presa entro novembre. In questo modo, tempi autorizzativi permettendo, gli effetti contabili sarebbero registrati nel bilancio 2017, il primo della nuova banca. Tra gli amministratori c’è fiducia nella tabella di marcia dettata da Castagna che ormai ha saldamente in mano le redini operative della banca. Anche perché, si ritiene, se l’arbitrato con Unipol avesse esito favorevole per Banco Bpm , l’alleanza potrebbe fruttare una plusvalenza di 250-300 milioni che andrebbe a irrobustire la dotazione patrimoniale. Al momento la gara tra i pretendenti (Cattolica, Covéa, Generali e Allianz , anche se Zurich potrebbe rientrare in gara) è aperta, come recentemente confermato dall’amministratore delegato. Ognuna delle quattro ipotesi ha punti di forza che portano a non escluderla a priori. Covéa potrebbe sembrare la scelta industrialmente più semplice perché i francesi sono già alleati di Banco Bpm sul versante vita ma, secondo quanto si mormora nei corridoi, la loro offerta non sarebbe particolarmente generosa sul fronte economico.

Più allettante apparirebbe la proposta formulata da Cattolica, anche perché la compagnia veronese guidata da Alberto Minali tornerebbe molto comoda un’alleanza con il terzo gruppo bancario italiano dopo il divorzio con la Popolare di Vicenza. Anche Generali e Allianz hanno frecce al loro arco, alla luce del possibile trasferimento delle attività di gestione in delega attualmente in capo a Banca Aletti. Al momento comunque nessuno dei peretendenti sarebbe interessato a un ingresso nel capitale della banca, come qualcuno aveva ventilato inizialmente. Quel che è certo è che chiudere gli accordi bancassicurativi è un tassello fondamentale del processo di integrazione tra le ex Popolare di Milano e il Banco Popolare. A cavallo dell’estate c’è stata la fortunata operazione tra Aletti Gestielle e Anima Holding con una plusvalenza lorda di 700 milioni. Dal punto di vista finanziario l’operazione ha segnato un punto a favore della solidità patrimoniale di Banco Bpm che fino alla metà di luglio ha condotto un approfondito confronto con Bce a seguito dell’ispezione sui crediti. Se l’accordo bancassicurativo fosse altrettanto fortunato, c’è chi ritiene che la riserva di capitale sarà più che sufficiente per qualche anno. Anche perché nei prossimi mesi procederà il programma di cessione di attivi deteriorati avviato a inizio anno. Dopo l’operazione Rainbow, la banca sta mettendo sul mercato un portafoglio di crediti chirografari in sofferenza per un valore nominale di circa due miliardi. L’operazione, tra offerte non vincolanti e vincolanti, dovrebbe concludersi attorno alla fine dell’anno, mentre nel 2018 sarà lanciata una cartolarizzazione con garanzia pubblica da circa tre miliardi con un portafoglio misto di crediti ipotecari e chirografari. La strategia condivisa con la Bce prevede la cessione di stock per 8 miliardi nominali entro il 2019, ma la tabella di marcia sarebbe già a buon punto. (riproduzione riservata)
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