di Anna Messia

Itas Mutua accelera sul riassetto. Il prossimo appuntamento è fissato per l’11 ottobre quando l’assemblea della compagnia assicurativa trentina si riunirà per nominare il nuovo presidente dopo il recente passo indietro di Giovanni Di Benedetto. Di certo, a oggi, c’è soltanto la data mentre per quanto riguarda il nome di chi sarà chiamato a prendere il posto di Di Benedetto la discussione è aperta. Il candidato, come previsto dallo statuto della compagnia nata nel 1821, andrà scelto all’interno del consiglio di amministrazione, composto da 13 membri, e il cerchio sembra stringersi intorno a Ilaria Vescovi, imprenditrice che proprio quest’anno è stata nominata Trentina dell’anno. In questi mesi turbolenti, con il rinvio a giudizio dell’ex direttore generale Ermanno Grassi, accusato di estorsione ai danni dello stesso Di Benedetto, Vescovi ha seguito molto da vicino la svolta nella compagnia, che si è concretizzata con la chiamata al timone, a giugno scorso, di Raffaele Agrusti, ex direttore finanziario Rai ed prima ancora di Generali Assicurazioni .

Come possibili candidati alla presidenza si parla anche del vicepresidente vicario, Giuseppe Consoli (che ha l’incarico di traghettare la compagnia fino all’assemblea dell’11 ottobre) e di Fabio Lorenz, già direttore generale di Itas Mutua. Si vedrà. Intanto Agrusti continua a lavorare al rilancio della compagnia e al nuovo piano industriale 2018-2020 che sarà messo a punto entro dicembre e probabilmente presentato con il nuovo anno.

Il piano, a differenza del passato sarà aggiornato anno dopo anno. L’acquisizione delle attività italiane di Royal & Sun Alliance (un portafoglio premi di circa 200 milioni, concretizzatasi nel 2016, ha consentito alla compagnia di Trento di fare un importante salto dimensionale e diversificarsi dal punto di vista geografico un po’ in tutta Italia. L’anno scorso per la prima volta nella storia di Itas Mutua è stato superato un miliardo di euro di giro d’affari. Peccato che il record di crescita sia coinciso con il ciclone delle inchieste, con la procura di Trento che lo scorso agosto ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque indagati, tra cui appunto Grassi.

Ora Agrusti ha il compito di proseguire nel processo di crescita avviato negli anni passati, risistemando però meccanismi che sembrano non aver funzionato nella gestione della compagnia. Non a caso tra le prime mosse del manager c’è stata la revisione dell’organizzazione interna di Itas, con la separazione, in maniera netta, chi si occupa di business rispetto a chi ha la responsabilità dei controlli. E c” è stato anche l’avvio di un’analisi interna per verificare, per esempio, l’entità delle riserve matematiche della compagnia. Controlli dai quali non sarebbero emersi problemi e ora l’attenzione si è spostata sulle strategie e sul nuovo piano.

Tra gli obiettivi di Agrusti ci sarebbe per esempio quello di bilanciare meglio il portafogli di Itas. Gli ultimi eventi catastrofali legati alle grandinate abbattutesi sulla regione hanno comportato per Itas una perdita di circa 10 milioni nei primi se mesi. Senza quei sinistri il risultato del primo semestre, positivo per circa 9 milioni, sarebbe di fatto quasi raddoppiato. C’è poi anche la necessità di ripensare il business Vita, che ad oggi rappresenta poco più di una start up per la compagnia. In ballo ci sono gli accordi con le casse rurali, sulla cui partita inciderà anche il riassetto nazionale delle Bcc che si stanno dividendo tra Iccrea e Cassa Centrale di Trento. Tornando al passo indietro di Di Benedetto, va segnalato che a lui andrà probabilmente la presidenza onoraria di Itas e quella della futura Fondazione Itas Mutua e resterà anche vicepresidente dell’Ania, l’associazione do categoria. (riproduzione riservata)
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