di Anna Messia
Sono appena entrate nel vivo le maxi dismissioni annunciate da Generali Assicurazioni e già appare probabile che quell’asticella del miliardo di euro, indicata al mercato lo scorso novembre durante l’Investor day di Londra come corrispettivo minimo attesto delle vendite di asset non più core, potrebbe essere facilmente superata. I processi di cessione avviati dalla compagnia in Olanda e Belgio in queste settimane sono alle battute finali e soltanto dai due mercati in questione a Trieste potrebbe arrivare complessivamente una somma vicina a 700-800 milioni. Una cifra che si aggiungerà agli oltre 170 milioni di euro già incassati dai riassetti conclusi nei mesi scorsi che hanno coinvolto quattro Paesi. In particolare Panama, compagnia venduta ad Assa per 172 milioni di dollari (ovvero circa 143 milioni di euro), e la Colombia, passata al gruppo Talanx per altri 30 milioni di euro. Per quanto riguarda gli altri due mercati già dismessi, ovvero Liectenstein e al Guatemala, Generali ha preferito invece non alzare il velo sul prezzo delle cessioni. Ma in ogni caso dalla semplice somma di quanto incassato a oggi, e dai probabili prezzi delle vendite di Olanda e Belgio, il target del miliardo di euro sembrerebbe di fatto già quasi raggiunto. L’annuncio della vendita di Generali Netherlands, in particolare, potrebbe arrivare già a fine mese.

Il gruppo assicurativo di Trieste ha deciso di concedere l’esclusiva al gruppo olandese Asr Verzekeringen (vedere MF-Milano Finanza di venerdì 8) che avrebbe presentato l’offerta più attraente agli adivisor Bnp Paribas e Kpmg, superando sia Vivat sia gli americani di Rga, Reisurance group of America, riassicuratore specializzato in particolare nel settore Vita e Salute. La cessione delle attività olandesi rappresenta un passo decisivo nel maxi piano di dismissioni che, come annunciato da group ceo Philippe Donnet, coinvolge in totale 13-15 Paesi che vengono considerati mercati non abbastanza attraenti o nei quali il gruppo ha ancora una profittabilità troppo bassa. Generali Netherland, compagnia che opera sia nel settore Danni sia in quello Vita con circa 360 milioni di premi, potrebbe fruttare in particolare al Leone circa 300 milioni e insieme al Belgio, anche questo in fase di dismissione e che potrebbe valere a Trieste altri 500-600 milioni, rappresentano di fatto l’80% del piano di cessioni. Anche in Belgio le procedure di dimissione, affidate all’advisor Deutsche Bank , vanno avanti, con i tedeschi di Allianz , gli svizzeri di Baloise e il fondo di private equity inglese Cinven che si sarebbero fatti avanti. Insomma, come ribadito da Donnet a inizio settembre in occasione del forum Ambrosetti di Cernobbio, il miliardo di euro di incasso programmato appare a portata di mano. Ma l’asticella potrebbe essere superata in scioltezza. Nel piano di cessioni, la cui esecuzione è stata affidata a Frédéric de Courtois, chiamato a capo della divisione Global Business Lines e International del Leone, ci sarebbero infatti anche altri asset importanti da mettere sul piatto.

A partire dal Portogallo, Paese in cui Generali opera dal 1942 e dove il gruppo ha a oggi una quota di mercato di poco più del 3%, con quasi 200 milioni di euro di premi assicurativi. Anche in questo caso tra i pretendenti ci sarebbe la tedesca Allianz , e a fine ottobre dovrebbe aprirsi un procedimento formale di vendita, con la nomina di un advisor. Tra i possibili asset da cedere, sempre in Sud America, ci sarebbe poi anche l’Ecuador, dove il gruppo opera dal 1940 sia nel ramo Danni sia in quello Vita. Ma pure la Tunisia, dove il Leone è azionista del gruppo assicurativo locale Assurances Maghrebia, sembra destinata a finire nel pacchetto degli asset da monetizzare. E non sono escluse aree di minore interesse in Asia, come nel caso delle Filippine, oppure mercati dell’Est Europa, dove il Leone non è ancora riuscito a raggiungere una dimensione adeguata al resto del gruppo. La Croazia, per esempio, dove la compagnia assicurativa occupa la sesta posizione del mercato, con premi lordi, Danni e Vita, di circa 66 milioni. Lo stesso ranking della Bulgaria, dove i premi sono invece pari a circa 73 milioni, mentre in Slovenia la quota di mercato di Generali è di circa il 5%, con premi pari a poco più di 90 milioni. Dalla campagna cessioni dovrebbe invece essere esclusa la Polonia perché, nonostante il Leone occupi nel Paese solo la nona posizione, si tratta di un mercato considerato strategico al pari della Turchia, che ha altresì dimensioni contenute ma su cui Donnet sembra pronto a scommettere.

Riassetti in questi Paesi consentirebbero a Trieste di incassare ben più del miliardo indicato come frutto della riorganizzazione geografica e il gruppo avrebbe a disposizione nuove importanti munizioni per crescere ancora nei mercati e nei settori in cui è pronto a scommettere per aumentare la profittabilità e le quote di mercato. (riproduzione riservata)
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