di Anna Messia
I consulenti finanziari sono pronti a raccogliere la sfida della Mifid2 e si impegnano a far conoscere ai clienti tutti i vantaggi della nuova normativa, che entrerà in vigore a gennaio 2018. Le questioni da chiarire non mancano, a partire da quella relativa ai rischi che il nuovo modello assottigli i margini riconosciuti ai consulenti stessi. Ma i professionisti riuniti ieri a Torino per ConsulenTia guardano con fiducia al futuro, puntando sulla propria professionalità e sulle opportunità che potranno arrivare dalla nuova normativa Mifid2. «Siamo consapevoli della necessità di raccogliere una sfida», ha dichiarato il presidente dell’Anasf Maurizio Bufi aprendo ieri il convegno inaugurale dell’evento, che quest’anno ha scelto il Piemonte per il tour sul territorio, che si aggiunge all’incontro, divenuto ormai istituzionale, che si tiene ogni febbraio a Roma.

Mifid2, la nuova direttiva europea sui servizi finanziari recepita alla fine dello scorso agosto e che entrerà in vigore il prossimo 3 gennaio, porterà del resto dei cambiamenti epocali per intermediari, consulenti e clienti. A partire dalla totale trasparenza sui costi: il cliente sarà messo a conoscenza di tutte le spese che gravano sui servizi e sui prodotti che acquista, comprese le commissioni retrocesse dalle società prodotto. Tali novità potranno portare pressioni sui margini del settore, che sarà tra l’altro chiamato ad aumentare gli standard di qualità accrescendo esperienze e conoscenze. Non solo; Mifid2 introdurrà novità anche in tema di product governance, con il «produttore» che dovrà identificare fin dall’inizio il possibile cliente di riferimento cui è destinato il prodotto. Un legame che dovrà essere rispettato, ed eventualmente corretto, durante tutto il ciclo di vita dei prodotti finanziari.

«Siamo convinti di essere pronti per davvero», ha aggiunto Bufi, ricordando che Anasf, che festeggia i suoi 40 anni di attività, ha già sviluppato nel tempo una riflessione sul tema della consulenza introdotta dal legislatore europeo. Già oggi la figura professionale del consulente finanziario si inserisce quindi nella cornice delle linee guida dell’Esma, ha sottolineato Bufi.

A Torino il Consiglio Nazionale dell’Anasf, riunitosi ieri, ha impegnato tra l’altro l’associazione a sviluppare un’azione continua di chiarimento e di divulgazione delle possibilità che la nuova normativa offre ai risparmiatori. Non solo; il Consiglio si è impegnato anche a migliorare l’immagine esterna e pubblica della figura professionale del consulente finanziario. «Abbiamo fatto passi da gigante, basterebbe guardare al bassissimo indice di sinistrosità dei consulenti finanziari, confermata dall’ultima relazione della Consob», ha sottolineato Bufi. «Tuttavia nella percezione generale abbiamo ancora un deficit reputazionale da colmare e il nostro giovane settore è a volte erroneamente equiparato nelle prassi e nei comportamenti a quello delle banche», ha aggiunto il presidente dell’Anasf riferendosi anche alle «pratiche commerciali aggressive di cui abbiamo notizia dal mondo dei bancari».

Le opportunità per il settore sono nei numeri, ha sottolineato Francesco Di Ciommo, docente della Luiss. «Le masse gestite dalle reti di consulenti continuano a crescere e sono sono arrivate a quota 460 miliardi di euro, ma rappresentano ancora soltanto il 15,3% degli asset delle famiglie». Insomma, c’è tutto un mondo da conquistare e la Mifid2 consentirà ai consulenti di far apprezzare ancora di più ai clienti la propria professionalità, ha aggiunto Mauro Maria Marino, presidente della Commissione Finanze del Senato. (riproduzione riservata)
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