di Anna Messia
La volontà resta quella inserire Unipol Banca in un gruppo bancario di più grandi dimensioni, come prospettato alla Banca d’Italia, sfruttando il processo di consolidamento appena partito nel settore. Un piano nel quale la compagnia assicurativa di Bologna non vuole assumere un ruolo di azionista di riferimento, ha ribadito in più occasione il numero uno di Unipol , Carlo Cimbri, ma su cui è pronta anche ad investire, purché si tratti in «progetto nel quale vediamo opportunità di creazione di valore». Intanto però, nell’attesa di trovare una collocazione in un contesto più ampio, Unipol sta facendo di tutto per puntellare il proprio istituto e incentivarne la crescita. Il primo semestre si è chiuso per Unipol Banca in utile per 2,5 milioni, in rallentamento rispetto ai 6,9 milioni di giugno 2015 e pure la raccolta diretta (9,6 miliardi) non cresce (-3,4%) come quella indiretta, pari a 48,9 miliardi (-4,4%). Serve quindi spingere per la ripresa, sfruttando il cross selling. Già nell’estate 2013 la banca aveva firmato un contatto di indennizzo con la propria controllante, Unipol Gruppo Finanziario, secondo il quale la compagnia si è impegnata a pagare all’istituto le perdite che dovesse subire dopo aver esperito tutti i rimedi e le azioni stragiudiziali e giudiziali su un pacchetto di esposizioni deteriorate, che a giugno scorso era pari a 829,4 milioni di euro. Un accordo con cui la banca ha in sostanza trasferito alla capogruppo il rischio di credito connesso alle esposizioni che fanno parte del pacchetto, riferite per lo più al settore immobiliare. Esposizioni che sono considerate «integralmente recuperabili» dall’istituto ma, nell’immediato, la firma del contratto di indennizzo ha consentito di aumentare il coverage ratio sui crediti deteriorati di Unipol Banca, pari, a giugno scorso al 30,2%

Le mosse di Unipol per rafforzare l’istituto non si sono però limitate all’intervento sui crediti. L’intenzione è anche quella di spingere l’attività, aumentando appunto le sinergie con la compagnia di assicurazione, come fatto per esempio nel caso di piano di rateizzazione dei premi delle polizze lanciato da Unipol grazie all’intervento di Finitali, finanziaria controllata da Unipol Banca. Il piano industriale 2016-2017 prevede un rilancio dei ricavi commerciali «core» e l’incremento della marginalità della clientela privata, spingendo in particolare sul risparmio gestito e assicurativo. Per questo, su tutta la rete, è stato creato un team Task Force Finanza. Non solo. In collaborazione con la direzione sinistri di Unipol Sai è stata avviata un’iniziativa per il coinvolgimento delle filiali e delle agenzie assicurative, diretta a intercettare le liquidazioni sinistri a favore di assicurati Unipol Sai (nei rami property e infortuni). L’obiettivo è in pratica di acquistare nuova clientela per la banca, trattenendo i relativi flussi che provengono dalla liquidazione dei sinistri. Oltre a questo è stato avviato un piano di lavoro congiunto che prevede la presentazione della clientela bancaria alle agenzie (bank to assurance) ma al contempo anche l’acquisizione della clientela assicurativa con il supporto della rete di sviluppatori (assurance to bank). Sinergie che hanno coinvolto diverse realtà del gruppo Unipol , come Unisalute. Insieme alla compagnia del gruppo specializzata nelle polizze sanitarie è stato creato un piano sanitario completo, offerto ad un prezzo competitivo, studiato apposta per i correntisti di Unipol Banca e l’isituto, proprio in questi giorni, si prepara al lancio di nuovi servizi che sfruttano l’innovazione tecnologica. Zac to pay consentirà per esempio il trasferimento di piccole somme di denaro via smartphone e Hce permetterà ai titolari di carte di credito di effettuare pagamenti sui pos senza carta, ma solo tramite smartphone e apposita app. (riproduzione riservata)
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