Da 6.500 beneficiari ora si scende a 4 mila
di Gloria Grigolon

Nuovo giro di vite sui risarcimenti ai risparmiatori coinvolti nel salvataggio di banca Marche, banca Etruria, CariChieti e CariFerrara. Saranno infatti esclusi dal risanamento forfetario tutti coloro che non risultano aver comprato obbligazioni tramite attività d’intermediazione diretta banca-cliente. Dalle stime iniziali, che prevedevano indennizzi immediati per circa 6.500 risparmiatori, coloro che potranno avere accesso al ristoro immediato saranno dunque 4 mila. A darne notizia è l’associazione vittime del salva-banche, a seguito del duplice incontro avvenuto giovedì con i rappresentanti del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) e Banca d’Italia.

«La novità», ha spiegato a ItaliaOggi Alvise Aguti, tecnico dell’associazione, «è l’esclusione di tutti i risparmiatori che non hanno comprato strumenti subordinati con una attività d’intermediazione diretta tra banca e risparmiatore. Ciò significa che sono esclusi tutti gli obbligazionisti che hanno acquistato, ad esempio, presso banche del gruppo (quali banca Federico del Vecchio per banca Etruria). Ma sono esclusi anche coloro che hanno comprato allo sportello in un momento in cui la banca non aveva né in sottoscrizione né in portafoglio il titolo». In altre parole, è come se il funzionario della banca, nella veste di semplice intermediario, avesse venduto al cliente obbligazioni del gruppo, facendo ricorso al mercato secondario e non al proprio portafoglio. Tale rapporto, classificabile come negoziale e diretto (ex articolo 1 del Tub) sarebbe originariamente dovuto rientrate tra quelli aventi accesso immediato al risarcimento dell’80% senza passare tramite arbitraggio. «Quest’ultima interpretazione del Fitd», ha aggiunto Aguti, «risulta totalmente arbitraria». Situazione controversa anche secondo quanto riportato da Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione, che, con un post su Facebook, ha commentato: «Lo scenario che si apre sarà quello di una miriade di richieste rifiutate. Ma non solo: ci è stato confermato che basterà inviare la domanda per la richiesta del rimborso per essere preclusa la possibilità di accedere all’arbitrato, anche in caso di diniego della domanda di rimborso forfetario. Il tutto quando ancora non sono usciti i decreti attuativi per l’arbitrato». La stessa ha infatti aggiunto: «Ci hanno informato che non sono ancora stati ultimati i programmi informatici in grado di calcolare i rimborsi. Questo significa che ad oggi non è ancora stato rimborsato nessuno, e sono già passati 70 giorni». Parlando di numeri, su circa 10 mila risparmiatori coinvolti, 6.500 avrebbero dovuto avere possibilità di accesso immediato al ristoro forfait. A questi, aveva precisato a monte Pier Carlo Padoan, sarebbero stati tolti, come da decreto banche 59/2016, coloro aventi reddito superiore ai 35 mila euro (stimabili nel 25% circa del totale). Il numero veniva ridimensionato così a poco più di 5 mila soggetti. L’attuale decisione del Fitd screma ulteriormente il plafond dei risparmiatori con accesso diretto al rimborso, che, secondo calcoli riportati anche in nota dal Movimento 5 Stelle, viene ridotto a 4 mila. Tra gli argomenti discussi con il Fitd, anche la questione dei fondi destinati al risanamento complessivo. Mentre la cifra accordata in ultima analisi dal Governo segnava 140 milioni di risorse destinabili alle vittime del salvataggio, con questo nuovo ostacolo introdotto dal fondo interbancario si può dire con buona approssimazione che «si torna a 100-105 milioni». Tale somma corrisponde a quanto, all’inizio dei lavori, il ministero delle finanze aveva fissato come tetto massimo.

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