Il Punto di Mauro Masi
di * delegato italiano alla Proprietà intellettuale CONTATTI: mauro.masi@consap.it

Gli eventi di questi giorni hanno posto al centro dell’attenzione dei media due temi che ben conoscono i lettori di questa rubrica perché qui ce ne occupiamo da anni.

Il primo tema, a seguito dei drammatici eventi del terremoto dell’Italia centrale, è quello delle polizze per la copertura dei danni catastrofali.

Come è noto, in Italia non si è mai sviluppato un mercato assicurativo importante in questo settore e le polizze che vengono proposte per le molte zone a rischio del territorio nazionale sono tuttora molto costose. Da più parti si è ipotizzato un intervento dello stato per equilibrare premi e prestazioni e far decollare un segmento di mercato che potrebbe farsi carico di gran parte dei costi sinora coperti direttamente dal bilancio pubblico con le note crescenti difficoltà.

L’Ania ha di recente proposto una sorta di sistema misto in cui lo stato copre una parte del danno mentre la parte restante sarebbe sostenuta da polizze private obbligatorie sottoscritte dai proprietari di case. Un po’ come accade da tempo in Francia (e da poco anche in Spagna) dove i privati proprietari di immobili che stipulano una polizza contro gli incendi devono sottoscrivere obbligatoriamente una clausola di garanzia contro le catastrofi naturali.

Sull’obbligatorietà (pagare tutti per pagare meno) il dibattito, a livello politico, è da tempo aperto nel nostro paese: chi è contrario sostiene che finirebbe per essere considerata, di fatto, una ulteriore tassazione sulla casa. Guardando la questione solo da un punto di vista tecnico, l’assicurazione volontaria non consente di ripartire in maniera sostenibile il rischio assicurativo e, come visto, comporta alti costi per i cittadini anche perché tende a sviluppare fenomeni di selezione avversa che si manifesta quando il mercato rende conveniente assicurarsi solo a chi appartiene a classi di rischio molte elevate.

Restano quindi le opzioni per l’assicurazione obbligatoria e quella per la semi obbligatoria (estendendo, come nel caso francese, la polizza antincendio ai rischi di alluvione, terremoti ecc.) Quest’ultima può risultare meno impopolare e più appetibile anche per l’abbinamento di due rischi con frequenze molto diverse.

Il secondo tema in evidenza riguarda la condanna di Apple da parte della Commissione Ue a rimborsare al governo irlandese tasse per circa 13 miliardi di euro risparmiate a seguito di un tax ruling ritenuto illegale da Bruxelles. In questa rubrica si è sempre sostenuto che uno dei vantaggi competitivi delle over the top fosse un trattamento fiscale troppo favorevole quindi un aggiustamento è utile e opportuno. In questo caso però c’è il rischio che le misure risultino «overshooted» (oltre l’obiettivo) e finiscano per avere, al di là delle intenzioni dei proponenti, un sapore protezionistico. Sarebbe un grave errore e tutto il sistema produttivo Ue ne potrebbe soffrire, anche perché se si apre la corsa ai protezionismi gli americani possono diventare imbattibili.

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