Def, Padoan rassicura l’Ue. Senato, slitta il processo penale
di Franco Adriano e Emilio Gioventù

Un accordo che vale 6 miliardi di euro in tre anni. La prima firma sull’accordo governo-sindacati, per modificare la legge Fornero, è stata apposta. L’anticipo autofinanziato (Ape) ci sarà, ma arriverà anche la quattordicesima per coloro che incassano un assegno mensile fino a mille euro.

La platea dei beneficiari sale da 2,1 a 3,3 milioni, ossia 1,2 milioni di pensionati incasseranno in media 40-50 euro in più al mese. Per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti sono stati fissati alcuni paletti importanti e il confronto continuerà. Per i sindacati è un passo avanti tuttavia verso una meta ancora da raggiungere. Nello specifico governo e sindacati stanno lavorando sulla estensione della possibilità di cumulare i contributi, su maggiori benefici ai lavoratori precoci in particolar modo quando essi abbiano compiuto attività usuranti, sul coinvolgimento dei datori di lavoro nel sostenere i costi dell’Ape, che sarà esente da imposte, (come strumento per governare i processi di turnover aziendale). «Il confronto governo-sindacati proseguirà per definire la platea che potrà usufruire dell’Ape sociale», ossia quella agevolata o finanziata direttamente dallo Stato, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, spiegando che il confronto proseguirà anche sui lavoratori precoci.

Pensioni, spunta la Rita

Nasce anche un nuovo strumento che si chiamerà Rita (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) che è la possibilità di accedere anticipatamente alla pensione complementare presso fondi, nella fase di uscita dal lavoro e con una tassazione inferiore al 24 per cento previsto per le attuali anticipazioni. Durissima la reazione del M5s. «I sindacati stanno pian piano chinando la testa di fronte al ricatto del governo secondo cui i cittadini dovranno accendere un mutuo per andare in pensione con qualche anno di anticipo», hanno dichiarato i parlamentari pentastellati, d’altronde siamo di fronte a quelle stesse sigle che scioperarono sì e no mezz’ora quando il governo Monti mise a punto la disastrosa riforma Fornero». «Il prestito potrebbe essere pagato per 20 anni con tagli fino al 25% sull’importo della quiescenza», continua il comunicato, «la Uil oggi pigola con voce flebile che i fondi sono insufficienti. In realtà banche e assicurazioni si stanno già fregando le mani di fronte al nuovo business che garantirà generosi interessi in un’epoca di tassi azzerati».

Def, Padoan rassicura l’Ue

A Bruxelles «intanto chiediamo l’autorizzazione per arrivare eventualmente fino allo 0,4% in più di deficit per finanziare eventi eccezionali, ma «lo faremo in pieno accordo con le autorità europee, andremo avanti come sempre con il rispetto pieno delle regole e degli accordi in sede Ue», ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il giorno dopo l’approvazione del Def. «Il Pil dovrebbe crescere nel 2016 dello 0,8% e nel 2017 dell’1%; il rapporto deficit/Pil si attesterà al 2,4% quest’anno e l’anno prossimo al 2%, ma con una possibile estensione di un ulteriore 0,4%», aveva annunciato il premier, Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla nota di aggiornamento. È proprio l’ulteriore indebitamento di 0,4 punti percentuali «per il sisma e per la gestione dell’immigrazione» l’oggetto del contendere. Una richiesta che formalmente nel testo della nota di aggiornamento del Def non c’è in quanto la doma nda di flessibilità «vale una sola volta» e «noi l’abbiamo utilizzata lo scorso anno», ha specificato Renzi. «Per me è un errore», ha aggiunto, «c’è uno 0,4 per cento massimo di circostanze eccezionali che è altra cosa rispetto alla flessibilità e riguarda elementi che nessuno può contestare che sono sisma e immigrazione». Anche nel 2017, quindi, il deficit potrebbe arrivare al 2,4%. Non solo. «Con che faccia», dirà più tardi il presidente del Consiglio durante una trsmissione radiofonica, «andrei a dire che non metto soldi sulle scuole perché l’Ue non vuole? Aiuterei i populisti e chi odia l’Europa». Per Renzi è già fatta, anche se per Padoan no: «Sindaci, spendete e fate tornare gli ingegneri negli uffici tecnici a progettare, perché se perdiamo la stabilità delle scuole con che faccia guardiamo i nostri figli?» Le misure sulle pensioni o sul superammortamento «ci saranno» in legge di Bilancio «e non dipendono dalla trattativa con Bruxelles», ha poi precisato.
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