di Anna Messia

Di questi tempi gli analisti finanziari avrebbero dovuto iniziare a pubblicare le loro stime sulla seconda tranche di Poste Italiane che il ministero dell’Economia aveva annunciato di voler collocare a Piazza Affari entro l’anno. Ma come noto il governo ha deciso di mettere l’ipo2 in stand-by, in attesa del referendum, e calcoli da fare su nuove quotazioni non ce ne sono. Ma agli analisti in questi giorni da scrivere su Poste Italiane ne hanno in abbondanza. Il gruppo guidato da Francesco Caio sembra aver aperto una campagna di acquisizioni strategiche destinata a ridisegnarne velocemente il perimetro, con l’obiettivo di rafforzare e far crescere i tre pilastri su cui si basa il suo business: risparmio e assicurazioni, pagamenti e logistica. Giovedì 16 è stata firmata in particolare l’acquisizione dalla Cassa Depositi e Prestiti del 14,8% di Sia, società leader europeo nella progettazione delle infrastrutture nelle aree dei pagamenti e della monetica. Un mossa importante, non solo per il valore della transazione fissato alla fine a 278 milioni, ma anche per le potenzialità. Cdp, che entro l’anno deterrà il 30% di Poste Italiane ceduto ministero dell’Economia, resterà azionista di maggioranza di Sia, con il 34,63% e il suo obiettivo è dare valore ad entrambe le sue partecipate.

Dal punto di vista di Poste la ratio dell’operazione sembra essere esattamente la stessa che, un anno e mezzo fa, portò il gruppo a rilevare il 10,3% di Anima Sgr, per 210 milioni, subentrando nel patto parasociale con Bpm che ne controlla il 14,67% e stipulando poi un accordo commerciale con la società di gestione per distribuire negli uffici postali prodotti creati dalla società e crescere nel settore del risparmio. Anche nel caso di Sia, l’intenzione di Caio è creare sinergie con la piattaforma dei pagamenti di Poste Italiane che già oggi è leader nel settore con oltre 15 milioni di carte prepagate PostePay e 33 milioni di clienti Bancoposta. Per stringere il legame con la società guidata da Massimo Arrighetti che ha chiuso il primo semestre di quest’anno con un fatturato di 214 milioni (+4,7% su giugno 2015) e un ebitda normalizzato di 59,1 milioni, Poste Italiane è stata disposta a valorizzare l’intera Sia 2 miliardi, circa 12 volte l’ebitda. Multipli decisamente più alti rispetto ai 242 milioni sborsati da Cdp a maggio 2014 per rilevare il 49,48% del capitale, pari a 8 volte l’ebitda, con un plusvalenza di oltre 200 milioni. In questi anni però Sia ha continuato a crescere. L’ultima operazione è stata l’acquisizione da Unicredit , ad agosto, delle attività di elaborazione dei pagamenti con carte Ubis in Italia, Germania e Austria, per un corrispettivo di 500 milioni. Ma tra i progetti avviati da Sia c’è per esempio anche lo sviluppo con Eba Clearing dell’infrastruttura pan europea di instant payment. Le sinergie per Poste, insomma, potrebbero essere rilevanti, anche ampliando lo sguardo all’estero visto che Sia eroga servizi in oltre 40 Paesi ed evidentemente Caio ha deciso di farsi scappare questa opportunità, mentre pensa già a nuove mosse.

Lunedì 19 saranno consegnate le offerte non vincolanti per Pioneer, la società di gestione messa sul mercato da Unicredit , con Poste pronta a mettere la sua proposta sul tavolo, come capofila di una cordata composta anche da Cdp e Anima ,. La competizione è ancora alle battute iniziali e bisognerà valutare le offerte dei concorrenti, ma quel che è certo è che Poste vuole crescere ancora nel risparmio gestito, e dall’eventuale unione di Pioneer (144 mld dati Assogestioni), Anima (71 mld) e Banco Posta Fondi (76 mld) nascerebbe un colosso da 290 miliardi. Ma in ogni caso se pure dovesse sfumare Pioneer, che da solo potrebbe vale più di 2,5 miliardi, altre operazione saranno presto vagliate. Le munizioni per Caio non mancano. Il gruppo postale ha ad oggi 3 miliardi di euro di disponibilità finanziarie che potrebbero essere usati per fare acquisizioni senza intaccare l’attuale rating del gruppo e ottimizzando la leva finanziaria. E non si guarda solo al risparmio gestito. Dopo la crescita nel comparto dei pagamenti, con Sia, conviene tenere sott’occhio anche gli altri pilastri del gruppo. La logistica, per esempio, e pure le delle polizze. Poste Vita, alla fine dello scorso anno ha già acquistato per 20 milioni di euro Sds, System Data Software, società operante nel settore della salute, con l’obiettivo di arricchire la sua offerta. E Caio è pronto a cogliere nuove occasioni che si presentassero all’orizzonte. Anche perché, oltre ai 3 miliardi, c’è pure un altra leva che potrebbe essere utilizzata per crescere tramite acquisizioni: gli 1,7 miliardi di patrimonio immobiliare di cui dispone il gruppo, pari a 3 milioni di metri quadri. Il più grande in Italia dopo quello della Pubblica amministrazioni che ha ampi spazi per essere otimizzato e razionalizzato. (riproduzione riservata)
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