Gli enti di previdenza privati potranno utilizzare risorse proprie per migliorare le pensioni degli iscritti al di là della rivalutazione legata al Pil cui sinora gli enti stessi erano vincolati. Con una sentenza già definita “storica” il TAR del Lazio ha infatti annullato il provvedimento con il quale il ministero del Lavoro aveva bocciato la decisione dell’Epap, Ente di previdenza pluricategoriale di Geologi, Chimici, Attuari, Dottori Agronomi e Forestali, una maggiore rivalutazione dei montanti sulla base dei quali si calcola la pensione degli iscritti. “La porta per una giusta rivalutazione dei montanti, – ha dichiarato il Presidente dell’Epap Arcangelo Pirrello – più che aperta è spalancata. L’importante risultato assume connotati storici anche per i contenuti, chiari e forti, della sentenza del TAR che si estendono a tutti gli altri Enti di previdenza dei professionisti aderenti all’Adepp; questi ultimi, infatti, abbracciando le tesi della delibera dell’Epap, si erano costituiti ad adiuvantum”.

“L’interpretazione finora accettata – ha commentato ancora Pirrello – secondo la quale la rivalutazione dei montanti è equivalente alla media quinquennale della variazione del PIL nominale (che per il 2014 è negativa, – 0,1927%, e che per legge è stata “accordata” allo 0%) è crollata grazie alla delibera dell’Epap bocciata dal Ministero del Lavoro e reintrodotta dal Tar Lazio. D’ora in poi, secondo il Tar Lazio la media quinquennale della variazione del PIL deve ritenersi come un valore minimo. La portata della sentenza è immensa e va ben al di là della rivalutazione dei montanti poiché riconosce (ancora, se ce ne fosse bisogno) l’autonomia degli Enti privati o privatizzati a migliorare le pensioni degli iscritti con risorse proprie e senza far ricorso ai fondi dello Stato”.