Opportunità limmitate in termini di sottoscrizione, pressione tariffaria in particolare sui rischi catastrofe e un peggioramento generalizzato dei termini e delle condizioni per la forte concorrenza, sono i “mali” principali della riassicurazione danni al momento.

Le condizioni un mercato soft sono esacerbate dal contesto persistente di bassi tassi di interesse, secondo Standard & Poor’s che non vede segnali di cambio di tendenza nel prossimo futuro.

L’abbondanza di capitale continua ad accrescere le capacità del settore, con la conseguenza che i mergini sono sotto pressione e contribuiscono a pesare sulla capacità delle compagnie di mantenere la posizione di mercato.

«Dopo il rallentamento del mercato nel 2007, abbiamo constatato che qualche riassicuratore mondiali ha sostenuto il combined ratio liberando una parte delle riserve», sostiene l’agenzia di rating in un recente studio.

In questo contesto, la buona capitalizzazione, la solidità finanziaria e la redditività elevata dei riassicuratori – confermata dalla pubblicazione dei dati semestrali – associata ad una gestione prudente delle riserve costuiscono i fattori chiave per preservarsi nel lungo periodo: «I riassicuratori che hanno scelto di conservar riserve prudenti hanno mantenuto un cuscino sul quale potranno appoggiarsi».

«La grande disparità nella gestione delle riserve dei riassicuratori danni rende difficile la comparazione dei loro risultati di sottoscrizione. Ciò nonostante i riassicuratori che avranno una gestione conservatrice del capitale otterranno risultati di sottoscrizione più stabili».

S&P ha identificato due elementi favorevoli alle riserve nel settore della riassicurazione danni:

– il calo delle perdite legate alle catastrofi naturali per la bassa sinistrosità del 2013 e 2014
– la debolezza degli choc sulle linee di mercato di lunga durata da diversi anni.