di Francesca Gerosa

Gli analisti di Equita segnalano una situazione tecnica pericolosa per il settore del risparmio gestito e il rischio di un ulteriore sell-off. Per questo ieri hanno ridotto tutti i target price sulle azioni dei gruppi del settore segnalando rischi soprattutto per Azimut , Banca Generali  e Mediolanum , nei cui bilanci incidono molto le commissioni da performance. «La nostra idea è che il rischio di un cambiamento in senso più restrittivo della normativa europea sul metodo di calcolo delle performance fee limiti fortemente la propensione all’acquisto di quei titoli», spiegano da Equita. «Ciò crea, secondo noi, uno squilibrio tra domanda e offerta, nel senso che l’aumento della volatilità sui mercati e i riscatti dei fondi equity aumentano l’offerta di titoli, ma non vediamo un corrispondente aumento della domanda, se non a prezzi ben inferiori». Gli analisti della sim hanno quindi limato le stime per effetto di un minor contributo delle performance fee e di conseguenza abbassato i target price per incorporare anche un deterioramento del profilo di rischio del settore a causa della minore visibilità su raccolta e margini. Più nel dettaglio, Equita ha tagliato il rating su Anima  da buy a hold e il target price da 10,4 a 8,9 euro (16,8 volte il multiplo prezzo/utile rettificato 2016) dopo aver abbassato l’utile per azione 2015 dell’1% e 2016 del 2%. «Nella valutazione alziamo il beta da 1,2 a 1,25 euro e limiamo la crescita long term dal 2 all’1%. Rimane come catalizzatore l’ipo di Poste (azionista di Anima  con oltre il 10%), però il premio rispetto agli altri gruppi del risparmio gestito sta diventando troppo elevato e ciò ci ha portato a ridurre la raccomandazione a hold». Tra l’altro, a seguito del downgrade, Anima  esce dal portafoglio small cap di Equita. Nel caso di Azimut  il prezzo obiettivo scende da 25,1 a 19,3 euro (12,8 volte il p/e 2016) e le stime di utile per azione 2016 del 6%. «Abbiamo alzato il beta da 1,4 a 1,5 e limato il margine long term dallo 0,85 allo 0,71%; il rating sull’azione resta hold». Lo stesso giudizio confermato su Banca Generali , il cui target price è stato rivisto da 29,7 a 24,5 euro (14,8 volte il p/e 2016) e l’utile per azione 2015 del -4% e quello 2016 del -7%. «Abbiamo alzato il beta da 1,2 a 1,3 e limato il margine long term dallo 0,45% allo 0,37%. La raccolta ad agosto è stata pari a 217 milioni, in linea con le previsioni», indica la sim. Il target price di FinecoBank  passa da 7 a 6,3 euro (20,3 volte il p/e 2016, rating hold), ma in questo caso le stime restano invariate perché il gruppo non applica performance fee. «Abbiamo alzato il beta da 1,15 a 1,2 e limato il long term roe dal 35 al 34%». Infine, il target price di Mediolanum  (-2,04% a 6,72 euro) scende da 7,7 a 6,7 euro (14,7 volte il p/e 2016) e le stime di utile per azione 2015 del -3% e quelle 2016 del -5%. Il beta è stato portato da 1,3 a 1,4 e il margine long term limato da 0,7 a 0,61%. Il rating resta hold.