Pagina a cura di Andrea Mascolini 

 

Legge delega sugli appalti pubblici da varare entro ottobre; istituzione di una commissione di inchiesta sugli appalti pubblici; messa a punto dell’allegato infrastrutture; programmazione delle risorse Cipe, nuovo allegato infrastrutture al Def. Sono questi i principali dossier relativi agli appalti pubblici che dalla prossima settimana verranno affrontati in sede governativa e parlamentare.

Senza dubbio uno dei più delicati dal punto di vista politico è quello della riforma degli appalti pubblici che dovrebbe portare al recepimento delle direttive europee e alla contestuale sostituzione del codice dei contratti pubblici e del regolamento attuativo.

L’esame del testo del disegno di legge delega, già approvato a giugno dal senato, verrà ripreso dalla commissione ambiente della camera (relatori Angelo Cera e Raffaella Mariani) a partire dal 7 settembre. Si tratterà di esaminare i 480 emendamenti depositati alla vigilia della chiusura dei lavori prima della pausa estiva. Non sono pochi i punti da affrontare, anche di un certo rilievo, come la disciplina dell’appalto integrato, la riforma degli incentivi alla progettazione di cui ha più volte fatto cenno la relatrice Mariani e, ancora, la «rivoluzione» voluta dal senato sull’obbligo di affidare in gara il 100% dei contratti oggi gestiti «in house» dei concessionari autostradali, tema sul quale si gioca una importante partita sotto più profili (concorrenza, investimenti e occupazione).

Il grosso del lavoro è stato svolto al senato (relatore Stefano Esposito) e non si dovrebbe andare verso uno stravolgimento del testo ma soltanto verso aggiustamenti su alcuni punti, fra cui, probabilmente quelli citati. L’obiettivo è comunque quello di arrivare alla conclusione rapida dell’esame in commissione per portare il testo entro i primi di ottobre al varo da parte dell’aula (e poi un rapido ritorno al senato).

Successivamente si aprirà la partita dell’attuazione della delega (che riguarderà non solo il nuovo codice ma anche il nuovo regolamento attuativo che sostituirà il dpr 207/2010) con la messa a punto dei decreti delegati da parte della commissione ministeriale di cui al decreto firmato da ministro Del Rio a luglio, che sarà seguita da una consultazione pubblica e dai numerosi pareri (Parlamento, Consiglio di stato, Conferenza unificata).

Diversi altri provvedimenti sono poi all’esame del parlamento, dal disegno di legge del senato con il quale si istituirà una commissione di inchiesta sugli appalti pubblici a quello sui contratti cosiddetti segretati (in deroga alle ordinarie regole del codice dei contratti pubblici per ragioni di sicurezza), oltre a quelli sul débat public e sulla qualità architettonica che però sembrano sovrapporsi in qualche misura con la delega appalti pubblici.

Sul fronte governativo l’impegno più rilevante pare essere quello della programmazione delle risorse derivanti dai fondi di coesione 2014-2020 che appare però in ritardo visto che entro il 31 marzo il presidente del consiglio avrebbe dovuto individuare dove allocare le risorse e, entro il successivo mese di aprile il Cipe avrebbe dovuto materialmente ripartire le risorse (si tratterebbe di più di 40 miliardi).

Il Cipe dovrà anche procedere all’assegnazione delle risorse previste dal decreto «Sblocca Italia» (1,5 miliardi) da destinare a opere cantierabili (non più entro fine agosto ma entro fine ottobre).

Infine, il ministero delle infrastrutture dovrà presentare al Cipe entro fine settembre il nuovo allegato infrastrutture al Def per il quale si parla già di un taglio di opere della «Legge Obiettivo» che non verranno più considerate prioritarie.