di Mauro Romano

Il capitolo pensioni non è del tutto escluso dalle discussioni mentre si lavora al cantiere delle legge di Stabilità. «Sarebbe un gesto di buon senso e di buona volontà», ha detto il premier Matteo Renzi durante la direzione del Partito democratico, «stiamo studiando il modo», ha aggiunto il premier tracciando un modalità che preveda, in cambio di un accordo, l’introduzione di «forme di flessibilità di uscita con un piccolo aumento di costo nell’immediato da recuperare in prospettiva». Tutto, ovviamente, senza che ci sia una voce in più di costo sulle pensioni. Su quest’ultimo punto il presidente del Consiglio ha voluto rimarcare l’affinità di vedute con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che nei giorni scorsi aveva escluso interventi sistematici sulla legge Fornero perché i costi non sarebbero stati gestibili. In mattinata era stato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ad affrontare il tema smentendo le «fantasiose anticipazioni» comparse in questi giorni. Il nodo, ha spiegato, è «lo scalino alto che blocca il turnover introdotto dalla Legge Fornero» . Ci sarebbero in campo due opzioni: una per le donne, che potranno andare in pensione a 62-63 anni con un taglio del 10%, e una per gli uomini, per i quali è previsto un anticipo di tre anni. (riproduzione riservata)