Due nuovi studi pubblicati da Finaccord hanno stimato in 5 miliardi e 64 milioni di sterline (7.234 miliardi di dollari) il valore totale del mercato del brokeraggio nell’ambito dell’assicurazione sulla vita nel Regno Unito nel 2014, un rialzo marginale rispetto ai 4 miliardi e 55 milioni di sterline (7.09 miliardi di dollari) del 2010.

“Questa cifra è l’equivalente di un tasso di crescita annuale composto nominale dello 0,5% e di un tasso di declino annuale composto del 2,5% in termini reali, nonostante l’inflazione,” ha rilevato il report.

“Nel 2014 il valore del mercato ammontava a 2.54 miliardi di sterline (3.958 miliardi di dollari) per quanto riguarda le linee commerciali e 2.10 miliardi di sterline (3.272 miliardi di dollari) nelle linee personali, scendendo in termini reali in entrambi i segmenti dal 2010.

Il direttore di Finaccord, Alan Leach, ha affermato: “Nel complesso, il brokeraggio dell’assicurazione danni è altamente maturo e competitivo.” Infatti, anche se il mercato apparentemente potrebbe sembrare stagnante, maschera un dinamismo considerevole che si riflette nei singoli concorrenti che ne fanno parte.

“In particolare, l’attività delle fusioni e acquisizioni è stata protratta negli ultimi mesi e le società di brokeraggio di successo stanno raggiungendo tassi di crescita impressionanti implementando strategie differenziate in segmenti come affinity e partnership aziendali, vendendo tramite aggregatori, e creando competenze producendo prodotti specialistici o in segmenti clientelari.”

Oltre alla quantificazione del valore del mercato, l’ultima ricerca classifica anche le principali 60 società di brokeraggio sia nelle linee commerciali e personali, in base alle loro competenze e commissioni generate da queste attività nel 2014.

La conclusione che si può trarre dai dati di Finaccord è che “nel 2014 le tre principali società di brokeraggio che operano nelle linee commerciali controllavano il 36,0% del mercato in Regno Unito e le dieci principali il 65,4% mentre per quanto riguarda le linee personali, i tre maggiori broker controllavano il 32,4% e i principali dieci il 63,4%. Tuttavia, anche se negli ultimi anni si è verificata una chiara tendenza verso la consolidazione nelle linee commerciali, è stata molto meno evidente nelle linee personali.”

Leach ha evidenziato che “come è stato ben documentato, negli ultimi tempi molti dei grandi broker che operano nelle linee commerciali si sono estesi tramite l’acquisto di piccole aziende. In particolare, Arthur J. Gallagher ora è classificato tra i principali tre del Regno Unito grazie ad una serie di acquisizioni effettuate dal 2011.  Subito dopo i top ten, tra le società a rapida crescita ci sono Howden, una filiale di Hyperion Insurance Group, e Integro, broker con sede negli Stati Uniti.

D’altra parte, nel 2014 le offerte pubbliche di vendita di AA e Saga all’infuori di Acromas Holdings in realtà hanno fatto sì che il mercato dei broker che operano nelle linee personali sia diventato meno concentrato rispetto al passato.”

Per quanto riguarda il futuro, Finaccord ha affermato che “secondo le sue analisi, il settore del brokeraggio dell’assicurazione danni cercherà di produrre molto per raggiungere una crescita organica entro il 2018. Infatti, con un valore previsto di 4 miliardi e 69 milioni di sterline (7.308 miliardi di dollari) per quell’anno, continuerà a crollare in termini reali a causa delle limitate opportunità di espansione dei mercati dell’assicurazione sui danni e del fatto che i broker affronteranno delle difficoltà per aumentare la propria quota distributiva, sia nelle linee commerciali che personali.

Nel primo caso perché la quota è già molto alta (si aggira intorno all’88%), nel secondo per la concorrenza in corso rappresentata dai canali alternativi, soprattutto vendite dirette e aggregatori.”

In conclusione Leach ha spiegato che per competere con successo, “i broker che operano nel settore assicurativo ramo danni del Regno Unito dovranno continuare a porre gran enfasi sull’innovazione, non solo nei loro ambiti tradizionali di brokerage ma anche, in alcuni casi, nei finanziamenti, dato che alcuni attori del mercato hanno stabilito delle basi in questa area.

“Al contrario, una questione chiave per le grandi compagnie assicurative sarà il problema ricorrente della presenza o meno di un effettivo beneficio dal controllo del canale di brokeraggio. Alcune delle principali società di brokeraggio, infatti, appartengono già a gruppi, la cui principale attività è la vendita di prodotti assicurativi.”