di Pasquale Quaranta 

 

Una commissione speciale per far luce sulla corruzione e un nuovo codice degli appalti pubblici. Riprende oggi, in Commissione Lavori pubblici del Senato, l’esame congiunto delle proposte di legge n. 1897 e 1881 relative all’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli appalti pubblici e sui fenomeni di corruzione e collusione ad essi correlati.

Gli scandali emersi negli ultimi anni, soprattutto per quel che concerne la gestione delle «Grandi opere», hanno fatto sì che Parlamento e Governo agissero contestualmente per risolvere questo problema che vede il settore degli appalti pubblici muovere circa il sette per cento del Pil nazionale, mentre, secondo le stime della Corte dei conti e dell’Unione europea, la corruzione costa al sistema economico italiano almeno 60 miliardi di euro all’anno.

Lo scorso giugno il Senato ha pertanto approvato il nuovo Codice degli appalti, provvedimento governativo voluto fortemente dal tandem Renzi-Cantone, mentre oggi riprenderà la discussione sull’istituzione di una commissione d’inchiesta su appalti pubblici e fenomeni collusivi e corruttivi, sulla falsariga di quanto fatto con quella sul fenomeno delle mafie.

I disegni di legge propongono l’istituzione di tale Commissione le cui spese per il funzionamento sono stabilite nel limite massimo di 70 mila euro per l’anno 2015 e di 120 mila euro per ciascuno degli anni successivi e sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati. In particolare la Commissione potrà, tra le varie funzioni, svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse agli appalti pubblici, verificare la sussistenza di comportamenti illeciti da parte della pubblica amministrazione centrale e periferica e dei soggetti pubblici o privati, verificare la facoltà riconosciuta al contraente generale di eseguire l’opera con piena autonomia, controllare gli istituti delle varianti in corso d’opera e degli appalti segretati, accertare il rispetto di standard qualitativi e quantitativi da parte delle cooperative sociali. Inoltre la commissione potrà, al fine di svolgere nel miglior modo possibile le sue mansioni, ottenere copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti.

L’istituzione della Commissione d’inchiesta si affiancherebbe ad un rinnovato codice sugli appalti che sarà a breve esaminato dalla Camera. L’approvazione definitiva e in tempi rapidi delle due proposte di legge sarebbe un’ottima risposta all’indagine realizzata recentemente da PriceWaterhouse per l’agenzia antifrode europea, l’Olaf, in cui si evidenziano dati allarmanti sulla diffusione del fenomeno della corruzione negli Stati membri e soprattutto in Italia; la metà dei 120 miliardi che ogni anno la corruzione sottrae all’economia dell’Unione europea riguarda il nostro Paese.