di Roberta Castellarin e Paola Valentini

Stabilità e garanzia dei rendimenti, che al netto di costi e tasse superano il 2%, ed esenzione dell’imposta di bollo fanno volare la raccolta delle polizze vita tradizionali di ramo I legate alle gestioni separate. A luglio la nuova produzione di polizze vita individuali in Italia è stata pari, secondo una prima stima Ania, a 9,7 miliardi, il 59,5% in più rispetto allo stesso mese del 2013. 
Mentre da inizio anno i nuovi premi emessi hanno raggiunto i 56 miliardi, +47,9% sullo stesso periodo del 2013. In entrambi i casi si tratta di flussi record. A trainare la nuova produzione sono state proprio le polizze di ramo I la cui raccolta di luglio, pari a 6,8 miliardi (l’importo più alto da inizio 2014), rappresenta il 70% del totale, continuando a crescere a ritmo elevato (+33,9% rispetto allo stesso mese del 2013). Nel periodo gennaio-luglio le polizze di ramo I hanno raccolto 43 miliardi, in crescita del 54,6% rispetto al medesimo periodo del 2013, livello mai toccato nella storia e che è stato raggiunto anche se il rendimento minimo garantito delle polizze vita tradizionali si sta sempre più riducendo. E in qualche caso si è azzerato. Sono lontani i tempi in cui, grazie ai tassi alti, le gestioni separate garantivano anche il 4% fisso all’anno. Ma poi con l’ingresso nell’euro e la convergenza dei tassi, le compagnie hanno dovuto via via abbassare i rendimenti minimi, che rappresentano la soglia al di sotto della quale non può scendere la rivalutazione della prestazione, a prescindere dal risultato finanziario della gestione. Se fino a qualche anno fa i rendimenti garantiti in media viaggiavano attorno al 2-2,5%, oggi questo è un livello che poche polizze sul mercato riescono ancora a offrire, perché i tassi dei titoli di Stato italiani, dove investono prevalentemente le gestioni separate, sono ai minimi storici. Oggi l’1% è un dato medio, ma c’è anche chi non dà più garanzie di rendimento minimo, anche se il risultato ottenuto resta comunque acquisito anno dopo anno. «In un contesto di tassi in diminuzione questa tendenza è fisiologica perché le compagnie possono assumersi impegni di garanzie più basse», spiega Luigi Di Falco, responsabile Vita e Welfare di Ania. Questo accade anche per effetto della normativa Ivass che stabilisce il tasso che le polizze possono garantire. Dal prossimo 1 dicembre l’asticella, ora al 2,25%, sarà ancora abbassata all’1,75% per i nuovi clienti. Un drastico calo rispetto a due anni fa, quando lo stesso tasso era al 3,5%. In compenso, «le gestioni separate delle polizze rivalutabili riescono ancora a garantire extrarendimenti interessanti rispetto al minimo garantito e una stabilità di risultati intorno al 3,5-4% all’anno, in media il 3,9% nell’ultimo quinquennio, con un rendimento finale per il cliente al netto di costi e imposte che può superare il 2%. Livello molto competitivo rispetto ai tassi ai minimi dei titoli di Stato a breve termine e dell’inflazione che è nulla», sottolinea Di Falco. Guadagni che peraltro si consolidano anno dopo anno. Ma proprio la riduzione dei rendimenti dei titoli di Stato renderà sempre più complicato arrivare a questi risultati in futuro. E questo soprattutto accade per le nuove polizze che acquistano titoli oggi con tassi ai minimi. E così per dare una marcia in più alle performance, è aumentata l’attenzione alla componente finanziaria, per cui molti nuovi prodotti offrono accanto alla gestione separata garantita anche la possibilità di investire in un portafoglio di fondi (unit linked, il cosiddetto ramo III). D’altra parte tali fondi hanno registrato in questi ultimi due anni una ripresa delle performance. In particolare, secondo la rilevazione Ania a metà 2014, il rendimento medio dei fondi interni alle compagnie è stato pari negli ultimi cinque anni al 6,5% all’anno. «Negli ultimi tempi molti operatori hanno arricchito il catalogo di polizze vita inserendo accanto alla componente garantita legata alla gestione separata anche una parte più dinamica rappresentata dai fondi unit linked. In questo modo», aggiunge Di Falco, «le compagnie danno al cliente più opzioni e la possibilità di poter adeguare il proprio investimento in funzione dell’andamento del mercato». Ad esempio la nuova polizza Yellow Life di Chebanca (gestita da Genertellife del gruppo Generali) è un prodotto multiramo (peraltro senza costi iniziali, di riscatto o di switch tra gestione e fondo interno) che investe i premi in una gestione separata (che non prevede alcuna garanzia di rendimento minimo e negli ultimi 5 anni, fino a ottobre 2013, ha reso il 4,43% medio annuo lordo) e anche in un fondo interno di tipo flessibile (ramo III). C’è da dire che la parte del capitale investita nel fondo sconta l’imposta di bollo perché soltanto le gestioni separate (ramo I) sono esenti. Il bollo è una minipatrimoniale che colpisce con aliquota dello 0,2% quasi tutti gli investimenti finanziari (tranne appunto le polizze ramo I, i fondi pensione e i fondi sanitari e che i buoni postali di valore inferiore a 5 mila euro). In ogni caso nelle polizze sia di ramo I che di ramo III i rendimenti generati non sono tassati anno per anno ma al momento di pagamento del capitale. Non solo. Per la quota del portafoglio investita in titoli di Stato di Paesi White list la tassazione dei rendimenti è al 12,5% e non al 26% (aliquota tra l’altro incrementata dallo scorso 1° luglio dal precedente 20%). Tra gli altri vantaggi offerti dalle polizze vita, è previsto che il capitale non sia sequestrabile e pignorabile ed è possibile designare liberamente i beneficiari per il caso di premorienza. Inoltre i beneficiari non pagano l’imposta di successione perché il capitale non rientra nell’asse ereditario. (riproduzione riservata)