di Francesca Ninfole

Il credito fatica a riprendersi in Italia, eccetto che per una categoria di prestiti: i mutui. Il flusso di nuovi finanziamenti per l’acquisto della casa è in aumento grazie al calo dei tassi, ai lievi segnali di miglioramento del settore immobiliare (sostenuto dalla domanda delle famiglie superiore a quella delle imprese) e alla tipologia più sicura di credito (che incontra maggiormente il favore delle banche). 
Dal campione Abi di 84 banche, che rappresenta circa l’80% del mercato italiano, è emerso che tra gennaio e luglio i nuovi mutui sono stati pari a 14,6 miliardi di euro rispetto agli 11,4 miliardi dello stesso periodo del 2013. L’incremento su base annua è stato del 29,2%. Se si considera l’intero mercato, sulla base dei dati Banca d’Italia, il tasso annuo di crescita ha sfiorato il 16%. I nuovi mutui nel 2014 hanno superato anche quelli erogati nel 2012, quando si erano attestati attorno a 13 miliardi.

I dati dei primi sette mesi del 2014, ha rilevato l’Abi, «rafforzano ulteriormente la ripresa del mercato dei finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni». I valori riportati dall’associazione bancaria includono quelli delle surroghe, che sono in aumento per la convenienza dei mutui a tasso variabile. Secondo l’Osservatorio Mutuionline, la percentuale di richieste di mutui per sostituzione e surroga è passata dal 13% del secondo semestre 2013 al 35% di agosto 2014.

In questa fase la liquidità non è un problema per le banche. I mutui hanno il vantaggio di essere meno rischiosi rispetto ai prestiti alle imprese, per i quali c’è anche minore domanda a causa della debolezza dell’economia italiana. Il credito alle aziende è sceso anche a luglio (-3,9%), un dato peggiore di quello del mese precedente (-3,1%), secondo i dati di Banca d’Italia pubblicati ieri. Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è ancora elevato ed è risultato pari al 20,5% (20,8% a giugno). I prestiti alle famiglie sono diminuiti a tassi nettamente inferiori: -0,8% a luglio, come nel mese precedente.

I mutui in particolare stanno beneficiando anche della riduzione dei tassi: quello medio è stato pari al 3,49% a luglio, dal 3,55% del mese precedente. Nelle rate si fa sentire soprattutto il calo dell’Euribor, che negli ultimi anni ha avvantaggiato chi ha sottoscritto un mutuo variabile. L’ufficio studi dell’Abi ha calcolato che oggi la rata mensile è scesa di circa 300 euro per chi ha sottoscritto un mutuo di 100 mila euro nel 2008 (a un tasso Euribor a tre mesi +120 punti base, si veda la tabella). L’Euribor a tre mesi, ha ricordato l’Abi, era pari al 4,6% nel 2008, mentre oggi viaggia attorno allo 0,1%. La significativa variazione dei tassi interbancari ha influenzato le preferenze di chi acquista casa: la quota di mutui variabili è salita dal 60,7% del secondo semestre 2013 al 66,5% del mese di agosto 2014, secondo l’osservatorio di Mutuionline. Le indicazioni arrivate dalla Bce fanno pensare che i tassi resteranno bassi ancora a lungo.

Il costo di finanziamento delle imprese nel frattempo è rimasto stabile o in lieve aumento. A luglio i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 3,96% come nel mese precedente; quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia al 2,47% (2,44% a giugno). Per le aziende italiane, che continuano a pagare tassi superiori di quelli nel Nord Europa, la speranza è che si faccia sentire il beneficio sui tassi legato ai rifinanziamenti T-Ltro della Bce. (riproduzione riservata)