di Cristina Bartelli  

 

La legge sulla voluntary disclosure riparte dalla Commissione finanze della camera il nove settembre. E va a braccetto con la legge di recepimento dell’accordo Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act), lo scambio dati finanziari con gli Stati Uniti. Per la legge sulla collaborazione volontaria si attende la decisione del governo sulla norma inserita da un emendamento di Marco Causi, capogruppo Pd) sull’autoriciclaggio, dopo la presentazione della nuova fattispecie di reato nel disegno di legge sui reati economici, venerdì scorso. « Al momento», anticipa Causi a ItaliaOggi, «non è stata presa alcuna decisione ma è necessaria una valutazione con il governo.

L’azione sull’autoriciclaggio sia politica sia parlamentare», ricorda Causi, «è stata fatta con accordo del ministero dell’economia. Ci sarà una consultazione nei prossimi giorni e vedremo come andare avanti». Il testo sul rimpatrio dei capitali, prima della pausa estiva, aveva ricevuto i pareri delle altre commissioni parlamentari. E ora si appresta a uscire dall’attesa dove era stato posto per arrivare in tempi brevi all’esame dell’aula. Un calendario ancora non c’è, il relatore al provvedimento Giovanni Sanga è cauto nelle valutazioni: «Nei prossimi giorni la Commissione farà il punto e darà mandato al relatore.

Faremo il punto sulla situazione per quel che riguarda i tempi e le procedure e poi il via per l’aula».

In particolare in vista della scadenza per la presentazione delle dichiarazioni il relatore si è detto a conoscenza delle criticità legate all’intreccio tra le scadenze delle dichiarazioni dei redditi e la voluntary con riferimento all’eventuale allungamento del periodo di copertura sulle violazioni attualmente al 31 dicembre 2013, «in Commissione affronteremo anche questo nodo», dichiara Sanga. Il testo nel suo iter parlamentare è stato modificato dagli interventi soprattutto della maggioranza. In particolare a luglio il relatore Sanga è intervenuto all’impianto normativo introducendo una voluntary anche per i capitali prodotti in Italia, la riduzione di un quarto delle sanzioni per le violazioni in materia di imposte sui redditi, imposte sostitutive, Irap e Iva; introduzione del metodo forfettario per attività di ammontare complessivo annuo inferiore ai 2 milioni di euro (rendimento calcolato al 5% e aliquota di imposta al 20%), la ripartizione, salvo prova contraria, della disponibilità finanziaria in quote uguali tra tutti colori che ne avevano la disponibilità e l’introduzione del ravvedimento speciale per l’integrazione degli imponibili per i periodi di imposta.

Daniele Capezzone, presidente della Commissione non rinuncia all’idea di rendere più appetibile l’accordo per far rientrare i capitali illegalmente detenuti all’estero. « Un provvedimento lasciato così rischia di essere un’occasione sciupata» ripete a ItaliaOggi, «riproporrò i miei emendamenti (con un forfait sulle tasse da corrispondere, ndr), corrispondenti alla mia proposta di legge alternativa sul rientro di capitali».

Capezzone pur riconoscendo il lavoro fatto dal relatore per dare alla proposta maggiore appeal reputa quegli interventi correzioni ancora insufficienti e bolla il testo come poco attraente.

Per Capezzone l’idea di consentire a chi aderisce alla collaborazione volontaria di pagare tutte le tasse dovute ma con sanzioni ridotte «non è sufficiente» a spronare chi deve farsi avanti: anche se venisse raggiunto l’accordo con la Svizzera «sono tanti i paradisi fiscali dove spostare i soldi» e la logica «continuo a evadere tanto finora non mi hanno ‘beccato’» potrebbe continuare a resistere tra chi finora ha evitato il fisco.

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