Pagine a cura di Christina Feriozzi  

 

Aumentano in modo rilevante le segnalazioni da parte degli intermediari finanziari diversi da Banche e Poste, con un complessivo + 40% (mentre si evidenzia una lieve flessione delle segnalazioni da parte di queste ultime. Si veda ItaliaOggi del 23/9). L’aumento è riconducibile agli istituti di pagamento, agli intermediari iscritti agli elenchi di cui agli artt. 106 e 107 del Testo unico bancario nonché agli istituti di moneta elettronica e alle imprese di assicurazione. Dall’altro lato resta stabile il numero delle segnalazioni da parte dei professionisti (con sempre in testa i notai) a fronte di un balzo di quelle da parte degli operatori non finanziari e in particolare dei gestori di giochi e scommesse.

In merito alla localizzazione geografica delle segnalazioni, la Lombardia si conferma la regione dalla quale proviene il maggior numero (pari al 17,9% del totale), seguita dal Lazio (14,2% del totale) e dalla Campania (11,1% del totale). Nonostante le prime tre regioni concentrino il 43,2% del totale segnalato, il loro peso percentuale è risultato in calo nel confronto con il 2012 (-1,3 punti percentuali). Si è accresciuto, invece, il peso di altre regioni (Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Friuli Venezia Giulia) che hanno evidenziato un aumento significativo delle segnalazioni.

Da rilevare, poi, che fra le operazioni segnalate nell’anno scorso, riguardo la forma tecnica delle transazioni, circa il 30% riguardava operazioni in contante e altrettante risultavano le operazioni tramite bonifico.

Il Mef, segnala, che la gran parte degli scambi con i paesi a fiscalità privilegiata o non cooperativi (fra cui il Principato di Monaco, Hong Kong, Turchia, Singapore, Abu Dhabi, Algeria, Dubai, San Marino, Taiwan e in particolare la Svizzera) continua a interessare le regioni dell’Italia nordoccidentale (il 67% del totale nazionale in uscita, il 57% in entrata).

La quota dell’Italia nordorientale e quella dell’Italia centrale sono comprese tra il 15 e il 20% mentre è residuale l’incidenza dell’Italia meridionale e insulare.

Per tenere sempre alto il livello di guardia degli operatori, inoltre, nei casi in cui i destinatari degli obblighi antiriciclaggio non siano in grado di rispettare o completare gli obblighi di adeguata verifica della clientela, ricordiamo gli interventi del Mef e della Uif che hanno dato attuazione agli obblighi di astensione e restituzione previsti dall’articolo 23 del dlgs 231/07 (circolare Mef del 30/7/13 e istruzioni Uif del 6/8/13) con cui sono state indicate le modalità per l’effettuazione della apposita comunicazione delle operazioni di restituzione, avvalendosi della rete telematica.

L’azione investigativa della Gdf. L’attività del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza e della Direzione investigativa antimafia è diretta, ricorda il Mef, allo sviluppo delle segnalazioni di operazioni sospette, ricevute dalla Uif, per l’individuazione dei fenomeni di riciclaggio. Nel 2013 sono state trasmesse dalla Uif alla Guardia di finanza, 91.245 Sos, con una crescita del 47,5%, rispetto al 2012. L’incidenza delle segnalazioni sospette riferibili a fatti di finanziamento del terrorismo è stata pari allo 0,28% del totale (253 segnalazioni). Con riferimento ai risultati complessivi dell’attività investigativa della Guardia di finanza, nel 2013 le indagini di polizia giudiziaria, d’iniziativa o su delega dell’autorità giudiziaria, e le investigazioni antiriciclaggio hanno portato alla scoperta e alla denuncia di 1.352 persone per i reati di cui agli artt. 648-bis e 648-ter c.p., (di cui 167 tratte in arresto) e al sequestro di beni e disponibilità patrimoniali pari a 46,3 milioni di euro.

In particolare, l’importo complessivo delle operazioni di riciclaggio e di reinvestimento di denaro «sporco» ammonta a 3,4 miliardi di euro.

Si tratta di proventi originati soprattutto da delitti di frode fiscale (1,9 miliardi di euro), associazione di stampo mafioso (257 milioni di euro) corruzione e/o concussione e altri reati contro la p.a.(142 milioni di euro), bancarotta fraudolenta (94 milioni di euro), truffa (81 milioni di euro) e altri gravi reati a sfondo patrimoniale e personale (891 milioni di euro).

 

Le segnalazioni scovano la criminalità organizzata. Il Mef, infine, nella relazione in commento rileva che per 443 segnalazioni sono stati disposti ulteriori sviluppi investigativi. In particolare, per 285 segnalazioni sono state avviate investigazioni presso i dipendenti Centri/Sezioni della Dia, mentre 158 sono state evidenziate alla Direzione nazionale antimafia. Tali segnalazioni hanno interessato ben 1.147 operazioni finanziarie che, in riferimento alla ripartizione territoriale delle stesse, vedono emergere il primato della «macro area» costituita dalle regioni settentrionali, ove risultano effettuate 511 operazioni, corrispondenti al 45% circa del complessivo ammontare. Seguono le aree composte dalle regioni dell’Italia centrale (268 operazioni), quelle del Sud (195 operazioni), e quelle delle Isole (130 operazioni).

Un’ulteriore classificazione, operata sulla base delle regioni di effettuazione, evidenzia, oltre che l’insolito primato del Lazio, la maggiore ricorrenza dei casi in Emilia Romagna, che supera di poco la Lombardia, nonché dei casi nel Veneto che, pur se inferiori alle evidenze della Sicilia e della Campania, risultano superiori ai casi afferenti la Calabria.

Riguardo la riconducibilità dei soggetti segnalati alle rispettive aree di matrice criminale di tipo mafioso, per il 2013 le 443 segnalazioni investigate o evidenziate alla Dna risultano così ripartite: 213 per la ‘ndrangheta (ben 48% del totale), 89 per «cosa nostra» (20% del totale), 70 per la «camorra», 6 per la «criminalità organizzata pugliese», 41 per le «altre organizzazioni criminali italiane» e 24 per le «altre organizzazioni criminali estere».

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