di Luigi Chiarello 

 

La strategia di sviluppo del gruppo Cattolica Assicurazioni passa per il mercato agroalimentare. Obiettivo: rafforzare la leadership passando da un volume premi da 400 mln di euro raggiunto nel 2013 a uno da 500 mln di euro nel 2017. Incrementando in misura proporzionale la quota derivante dal ramo Danni (maggioritaria) e quella frutto del ramo Vita. Come, lo spiega a ItaliaOggi l’ad, Giovan Battista Mazzucchelli: «Quando guardiamo al comparto agroalimentare, lo facciamo a 360°. Perché stimiamo, potenzialmente, un effetto moltiplicatore nel mondo agricolo rispetto alle attuali coperture assicurative pari a quattro volte. Cattolica e Fata, assieme, rappresentano il 25% del mercato. Attualmente, Fata ha un volume d’affari da 19-20 mln di euro, ma confidiamo possa contribuire in premi per 60-70 mln di euro, quadruplicando i volumi attuali». La visione di Mazzucchelli si basa su un cambio di scenario: «Al di là delle tradizionali coperture, bisogna sviluppare strumenti nuovi, mutuandoli se è il caso, da sistemi esteri, come quello Usa. Ma prima è necessario adattare l’assetto normativo».

Cerchiamo allora di ricostruire il quadro. Dopo aver perfezionato, l’11 giugno scorso, il closing da 195 mln, per l’acquisizione da Generali del 100% di Fata, leader di mercato nel campo assicurativo agricolo (170 agenzie) , Cattolica punta ora, apertamente, a generare un portafoglio prodotti da poter spendere lungo tutta la filiera alimentare. Il nucleo centrale resterà sempre l’impresa agricola, ma il piano industriale si svilupperà attraverso un’offerta di prodotti a cerchi concentrici. Anche facendo leva su innovativi strumenti agevolativi introdotti dalla nuova Politica agricola comune 2014/2020, che sostiene direttamente la stipula di polizze agevolate, perfino contro la perdita di reddito degli agricoltori. Al cuore della strategia ci saranno le consuete coperture che tutelano le imprese e le professionalità del primario, rispettivamente, dai danni ai macchinari e alle attrezzature e da infortuni e malattie. Al loro fianco le coperture per l’azienda da avversità atmosferiche (grandine) e incendi. Potrebbero però trovar spazio nuovi prodotti contro fitopatie e parassiti, epizoosie e emergenze ambientali. Partendo da questo nucleo centrale, che fa leva sul core business di Fata, si svilupperà la sinergia con la controllante Cattolica Assicurazioni, che sublimerà in una offerta capace di erogare coperture assicurative all’azienda agricola e individualmente all’agricoltore, ai suoi collaboratori e ai mezzi di produzione (trattori, etc). Introducendo al contempo nuovi prodotti e servizi di natura previdenziale e gestione del rischio.

Gli obiettivi del piano di impresa 2014/17 sono, quindi, già delineati:

– aumentare la penetrazione dei prodotti ramo Danni di Cattolica legati all’azienda agricola;

– spingere (sulla base della esperienza acquisita) la clientela all’acquisto di nuovi prodotti per individui e famiglie del comparto agricolo (ad esempio in campo previdenziale);

– sviluppare interazioni dirette tra la compagnia assicurativa e i principali «attori della filiera», come le grandi associazioni dei produttori. Ma anche le Op, le organizzazioni di produttori specializzate per filiera a cui la nuova Pac delega grandi competenze;

– sviluppare innovazioni radicali sia in fatto di servizi innovativi, sia nel campo dei prodotti assicurativi, finalizzate a migliorare la gestione del rischio agricolo.

Le potenzialità. Proprio in merito alla gestione del rischio in agricoltura vanno sottolineati alcuni aspetti non da poco, utili a capire la potenziale strategia espansiva nel settore. Dal 2010 con la cosiddetta riforma Health check, la Pac prevede già nei Piani regionali di sviluppo rurale (II pilastro) meccanismi di polizza agevolata. Ma si tratta di strumenti mai realmente decollati, a causa dell’esiguità della platea degli assicurati, a fronte degli eventuali premi da versare in caso di danni climatici subiti o pesanti crisi di mercato. Stessa cosa dicasi per la vecchia Ocm vino, varata nel 2008. La nuova Pac 2014/2020, invece, oltre ad ampliare il ventaglio degli strumenti assicurativi possibili in agricoltura, consente la stipula di accordi di gestione del rischio anche a livello nazionale (direttamente con le associazioni dei produttori), affinché si possa amplificare il più possibile la platea degli assicurati potenziali e, di conseguenza, ridurre l’incidenza dell’esborso degli eventuali premi. Strumenti simili di gestione del rischio contro le crisi di mercato sono stati inseriti anche nell’Ocm vino e nell’Ocm ortofrutta. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, a fine ottobre Cattolica Assicurazioni potrebbe sbarcare con strumenti innovativi sul mercato. Conclusa l’integrazione con Fata, si starebbe già lavorando a nuovi portafogli, ma la costruzione dei premi risulta già operativa.