Unipol festeggia il 50esimo dalla fondazione riottenendo i cinque immobili sequestrati a FonSai. E la pronuncia del Riesame potrebbe evitare sanzioni al gruppo in caso di condanna dei Ligresti

 

di Andrea Di Biase

 

Non poteva esserci regalo di compleanno più gradito per il gruppo Unipol (venerdì 27 settembre si sono celebrati i 50 anni della compagnia con l’inaugurazione del nuovo quartier generale a Bologna) della decisione del Tribunale del riesame di Torino, che giovedì 26 settembre ha accolto il ricorso dei legali della compagnia dissequestrando i cinque immobili di proprietà di Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni sui quali la Guardia di Finanza aveva apposto i sigilli in agosto nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione della famiglia Ligresti.

Grazie alla decisione del giudice, contro la quale la Procura di Torino potrà comunque fare appello in Cassazione, non solo sono ritornati nella disponibilità del gruppo bolognese immobili per un valore complessivo di 210 milioni, ma la pronuncia del riesame potrebbe segnare un punto fermo anche per l’intera inchiesta, dove Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni, nonostante la discontinuità manageriale e i rinnovati assetti proprietari, sono indagate come responsabili civili ai sensi della legge 231. Si tratta di una situazione paradossale considerato che, in caso di condanna dei Ligresti e degli altri ex manager del gruppo indagati, le sanzioni più pesanti dal punto di vista economico potrebbero pesare sulle due compagnie, prossime ad essere integrate nella nuova Unipol-Sai, anziché su coloro che hanno messo in atto le condotte criminali.

Secondo la tesi della Procura di Torino l’occultamento da parte delle precedente gestione del buco di 600 milioni nelle riserve sinistri si sarebbe tradotto in un danno per coloro che erano azionisti delle compagnie prima dell’aumento di capitale del giugno 2011 (almeno 12 mila risparmiatori) di 251,6 milioni: 207,4 milioni per le azioni ordinarie e 44,2 milioni per le risparmio. Su questo punto si era trovato d’accordo anche il giudice per le indagini preliminari Silvia Salvadori, che lo scorso agosto nel disporre il sequestro aveva ritenuto attendibile la perizia del consulente della Procura, Giovanni Petrella. Quest’ultimo aveva indicato proprio in 251,6 milioni il «danno patrimoniale corrispondente alla perdita di valore del titolo nonché alla distruzione dell’investimento per i soci» nel periodo compreso fra il 24 giugno 2011, il giorno precedente l’avvio dell’aumento, e il 23 dicembre dello stesso anno. Al contrario, per i giudici del Riesame il danno subito dai vecchi azionisti di FonSai e Milano, con la perdita di valore dei titoli per 251,6 milioni di euro, non corrisponde necessariamente, come invece sostenuto dai pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, al profitto del reato, ossia al vantaggio economico di cui gli indagati avrebbero beneficiato grazie alle presunte operazioni illecite. Per questa ragione, anche se fossero accertate le loro responsabilità nel corso del procedimento penale, non sarebbe possibile calcolare il valore dei beni da sequestrare «per equivalente» in modo da costituire un fondo a garanzia degli azionisti danneggiati. Seguendo questo ragionamento, dunque, in caso di condanna delle persone fisiche indagate, le compagnie potrebbero evitare di essere sanzionate, a meno che, nel caso la Procura di Torino decida di fare ricorso in appello, la pronuncia del Riesame venga ribaltata dalla Cassazione.

Il dissequestro dei beni di FonSai e Milano è stato accolto positivamente dagli analisti. «Buona notizia», ha commentato Mediobanca Securities che sul titolo Fondiaria-Sai ha un rating outperform e un target price a 2,1 euro, «in particolare perché FonSai ha già firmato un accordo preliminare con Bnp Paribas Real Estate per vendere il Grand Hotel Fiera Milano (uno degli immobili posti sotto sequestro, ndr)». Soddisfatti anche gli analisti di Banca Imi (add e target price di 1,9 euro su FonSai). «Anche se vi è la possibilità che i procuratori di Torino si oppongano allo scongelamento dei beni, noi consideriamo positivamente la decisione di ieri in vista della messa a punto della fusione».

Della decisione del Riesame hanno beneficiato gli stessi Ligresti, cui nel blitz di metà agosto erano stati sequestrati beni per circa 40 milioni (tra cui la residenza di famiglia di via Ippodromo a Milano dove il patron Salvatore si trova agli arresti domiciliari), che ora potrebbero riuscire a scampare un’eventuale sanzione pecuniaria nell’ambito del procedimento penale. Questo non significa che gli ex azionisti di riferimento di FonSai non possano essere comunque chiamati a risarcire l’eventuale danno causato alle compagnie e agli altri azionisti. Ad inizio agosto i legali di Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni hanno presentato al Tribunale civile di Milano una richiesta di sequestro cautelativo per 245 milioni sui beni della famiglia Ligresti (ad eccezione di Paolo, che è cittadino svizzero) e degli altri manager nei confronti dei quali è stata votata l’azione di responsabilità. Nella prima udienza gli avvocati della famiglia hanno sottolineato come sia la richiesta di sequestro sia quella di risarcimento danni non abbiano alcun fondamento per via della manleva civile che, nella prima versione dell’accordo tra Unipol e Premafin (quella del gennaio 2012), la compagnia bolognese aveva concesso ai Ligresti. Tuttavia, come replicato dai legali di Unipol e FonSai, questa manleva è stata successivamente cancellata alla luce della richiesta della Consob, che aveva condizionato il via libera all’operazione al fatto che non venissero riconosciuti premi di alcun genere agli ex azionisti di maggioranza di Premafin. «La manleva non la riconosciamo», aveva spiegato al termine della prima udienza uno degli avvocati del gruppo assicurativo, «abbiamo formulato un altro accordo, dopo l’intervento della Consob, quindi noi la manleva la contestiamo e non c’entra nulla con questa storia». La prossima udienza si terrà il 22 ottobre. Il giudice Angelo Mambriani, nel disporre il rinvio, aveva dato termine alle parti di presentare memorie con le loro osservazioni e altre documentazioni. Dopo di che il giudice deciderà se il credito avanzato da Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni nei confronti dei Ligresti è esistente e se il sequestro dei beni è effettivamente necessario per evitare la dispersione del patrimonio. Patrimonio che dovrà essere poi quantificato. La decisione è attesa per inizio novembre. (riproduzione riservata)