In Europa l’85% dei nuovi posti di lavoro sono creati da micro-imprese che pochi anni fa non esistevano sul mercato. Ciò significa che stimolare, supportare e valorizzare questa vitalità deve essere una delle priorità che l’Europa, e l’Italia, si danno per favorire un rilancio dell’economia che parta dai giovani, dagli

innovatori e dalle buone idee.

E’ partendo da questa considerazione che il Gruppo Unipol – nell’ambito della presentazione del proprio Bilancio di Sostenibilità 2012 presso la Triennale di Milano – ha promosso l’incontro “Come promuovere l’occupazione, i giovani e l’innovazione: le esperienze in corso”, moderato da Luca De Biase, responsabile di Nova24, al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’Amministratore delegato del Gruppo Unipol Carlo

Cimbri, il CEO e fondatore di LVenture Group Group Spa Luigi Capello e l’Amministratore delegato di H-Farm Riccardo Donadon.

In un contesto socio-economico italiano dove, secondo l’Istat, il 39% dei giovani è senza lavoro, le grandi imprese che intendono sviluppare politiche di sostenibilità devono porsi il problema della mancanza di opportunità per i giovani oltre alla necessità di promuovere e rilanciare l’occupazione.

Negli ultimi anni in Italia si stanno sviluppando strumenti, modelli ed esperienze a supporto e promozione dell’autoimprenditorialità di grande rilievo, dove innovazione, competenze e competitività sono gli elementi centrali. Il successo di queste iniziative – sono oltre 1.100 le start-up innovative presso il Registro Speciale della Camera di Commercio, di cui il numero maggiore, 189, in Lombardia – e l’efficacia dipendono però in parte dall’ecosistema su cui queste possono contare.

Oggi in Italia è infatti ancora debole il supporto che dalle politiche pubbliche viene dato per lo sviluppo di start-up: l’intervento del privato, in una logica di partnership pubblico-privata, diviene quindi fondamentale per mettere in rete sul territorio le strutture di servizio, le risorse umane, finanziarie e di tempo di cui le start-up, concentrate nello sviluppare il proprio prodotto o servizio, non possono disporre.

Esiste quindi un ruolo potenzialmente molto importante per tutte quelle strutture di incubazione e di accelerazione in grado di fornire spazi di lavoro attrezzati, occasioni di contaminazione, know-how tecnico e manageriale.

Le grandi imprese possono contribuire fattivamente alla spinta del Paese verso l’innovazione, unendo a un ruolo sociale verso il Paese il vantaggio derivante dalla capacità di giovarsi di un’effervescenza generata da nuove imprese e diffusa su tutto il territorio.

In questo contesto il Gruppo Unipol, tramite la Fondazione Unipolis, ha promosso il bando Culturability, con l’obiettivo di sostenere la nascita di start-up culturali e creative ad opera di under 35 a cui hanno partecipato quasi 3000 giovani presentando oltre 800 progetti. E’ inoltre allo studio un progetto per un incubatore dedicato alla social innovation, in cui coniugare valore sociale (welfare, sicurezza, salute) con innovazione tecnologica. Tutor qualificati affiancheranno gli aspiranti imprenditori consentendo loro di

concentrarsi sullo sviluppo dell’impresa coniugato con i valori di un’economia sostenibile e compatibile con le esigenze della collettività. Un incubatore che, presente su Bologna, e in rete con gli altri servizi che in città stanno sviluppandosi, intercetti i talenti e le idee su tutto il territorio nazionale, grazie anche al rapporto di collaborazione che da sempre Unipol ha all’interno dei suoi Comitati Regionali.