di Anna Messia 

Le compagnie di assicurazione italiane avranno due mesi in più per presentare gli impegni necessari a rimuovere gli ostacoli alla concorrenza. La vicenda è quella dei contratti sottoscritti con i propri agenti che lo scorso giugno sono finiti nel mirino dell’Antitrust perché ritenuti potenzialmente di «ostacolo all’assunzione da parte degli agenti di più mandati di distribuzione». Clausole in contrasto con la legge che vieta il vincolo di esclusiva nei contratti di agenzia. Tanto che l’Antitrust dopo la denuncia dello Sna (il sindacato nazionale agenti) ha effettuato una serie di ispezioni negli uffici delle compagnie e lo scorso 12 giugno ha deciso di avviare un’istruttoria. Sotto osservazione c’è quasi l’intero mercato assicurativo italiano, considerando che nel fascicolo dell’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella sono finite sette compagnie che rappresentano complessivamente l’80% della raccolta premi nel ramo Danni e più in particolare nell’Rc Auto. Si tratta di Unipol Gruppo Finanziario e della controllataFondiaria-Sai, oltre che di Generali, Allianz, Reale Mutua, Cattolica, Axa Assicurazioni e Groupama. La maggior parte di queste imprese prevede, per esempio, l’obbligo di informare preventivamente la compagnia mandante se l’agente decide di lavorare anche per conto di altre assicurazioni. Vincolo che in alcuni casi è stato esteso anche alle novità introdotte dal decreto-Crescita Bis che ha consentito agli agenti e ai broker di collaborare fianco a fianco, scambiandosi i prodotti assicurativi. Non solo; come rilevato dall’Antitrust, nei contratti di locazione «vi sono molto spesso anche clausole rilevanti, almeno potenzialmente, nel disincentivare o ostacolare il plurimandato», come per esempio «le clausole che prevedono che i locali d’ufficio dell’agenzia devono essere sempre a disposizione della compagnia». Oltre a clausole che vietano, a rischio di revoca, «l’aver direttamente o indirettamente favorito gli interessi di altra società assicuratrice, anche solo rendendo possibile a quest’ultima e ai suoi collaboratori la conoscenza delle scadenze delle polizze della compagnia». Vincoli che indubbiamente frenano la diffusione del plurimandato e che le compagnie dovranno quantomeno rimodulare per evitare sanzioni e diffide dall’Antitrust. Secondo la legge, avrebbero dovuto presentare i loro impegni entro tre mesi dall’apertura dell’istruttoria, ovvero entro il 12 settembre. Termine che, considerando il periodo estivo, l’Autorità (come consentito dalla normativa) ha fatto slittare all’11 novembre. Le richieste di rinvio dei termini sono arrivate in ordine sparso dalle sette compagnie in agosto e a questo punto è probabile che la linea difensiva delle imprese sarà quella della mediazione, con la presentazione di impegni utili a evitare multe e diffide da parte dell’Antitrust. (riproduzione riservata)