Anche il settore delle assicurazioni è alle prese con un riassetto non di poco conto, anche se le compagnie sono state meno colpite dalla crisi. All’Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie, sono aperti due tavoli, entrambi determinanti per l’assetto distributivo dell’industria delle polizze nei prossimi anni. Il primo riguarda la relazione con gli agenti di assicurazione, con lo Sna, il sindacato nazionale agenti, che appare il più battagliero dei quattro (gli altri tre sono Unapass, Anapa e Uea) che rappresentano complessivamente poco meno di 19 mila agenti. La questione al centro del confronto non è tanto di carattere economico, anche se bisognerà pure affrontare il tema delle indennità di fine rapporto, con gli agenti che chiedono alle imprese di pagare parte della buonuscita a chi lascia. È piuttosto un problema di ridefinizione della figura dell’agente. Le nuove regole introdotte dal governo Monti hanno dato alle reti di vendita maggiore potere contrattuale nei confronti delle compagnie, perché hanno consentito agli agenti di assicurazioni concorrenti di lavorare fianco a fianco, scambiandosi i prodotti. Un cambiamento fortemente osteggiato dalle compagnie che temono di perdere la presa sulle proprie strutture di vendita. Tanto che l’Antitrust ha aperto un’indagine sui contratti di agenzia, che coinvolge tutte le grandi imprese italiane e oltre l’80% dell’intera raccolta Danni. Un primo incontro tra sindacati e imprese c’è stato a luglio e nei prossimi giorni è attesa la convocazione del secondo appuntamento con l’Ania, che ha chiarito di non voler cedere su un punto centrale: «è essenziale che sussista il convincimento da parte delle rappresentanze agenziali che la figura dell’agente non ha subito mutazioni genetiche e che il suo punto di forza competitivo dipende dall’essere parte integrante del modello organizzativo delle imprese». Insomma, niente derive all’insegna dell’ indipendenza, ha fatto subito sapere il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, che segue in prima persona le trattative.

Oltre a questo tavolo bisognerà riaprire anche il confronto con i 47 mila lavoratori della assicurazioni, riprendendo in mano la trattativa chiusa solo un anno fa. Allora si decise di rinnovare il contratto di settore per un anno e avviare allo stesso tempo due commissioni paritetiche (composte ognuna da 5 membri del sindacato e da 5 rappresentanti delle imprese) per discutere degli argomenti più spinosi: gli ammortizzatori sociali da una parte e soprattutto la questione flessibilità dall’altra. Le compagnie già l’anno scorso avevano tentato di cambiare il vecchio contratto, chiedendo ai lavoratori di restare in azienda anche il venerdì pomeriggio, e avevano anche chiesto maggiore flessibilità nelle funzioni, soprattutto nei call center. Ma i sindacati avevano fatto orecchie da mercante. Ora si torna a discutere. (riproduzione riservata)