di Anna Messia

 

C’era un tempo in cui per gli azionisti delle società di gestione i dolori superavano ampiamente le gioie. Come nel 2010 e nel 2011 (con una coda che si è protratta in parte anche l’anno scorso), quando ogni mese i gestori registravano una pioggia di riscatti a suon di miliardi e i bilanci delle sgr erano inevitabilmente in perdita.

Ma da un po’ di tempo sono tornate le sottoscrizioni da parte dei risparmiatori, che hanno ripreso a comprare fondi, e con esse anche le soddisfazioni degli azionisti delle sgr. È il caso di Intesa Sanpaolo, gruppo bancario guidato dall’ad Enrico Cucchiani, seconda realtà italiana nel risparmio gestito (alle spalle di Generali) con un patrimonio che a luglio (dati Assogestioni) ammontava a 238 miliardi. Capitali che in parte sono da ricondurre alla controllata Eurizon Capital (per 183 milioni), mentre il resto fa capo a Banca Fideuram. E quest’anno Eurizon Capital è riuscita a staccare un maxi dividendo per il suo azionista, Intesa Sanpaolo appunto, che controlla l’intero capitale della società di gestione.
 

Dei 105,2 milioni di utile netto raggiunto da Eurizon Capital l’anno scorso, circa 104,5 sono stati distribuiti in dividendi e 697 mila euro sono stati accantonati a riserva straordinaria.

Una soddisfazione non da poco dopo anni di magra e tra l’altro non è l’unico caso di maxi cedola pagata quest’anno nel settore del risparmio gestito. Anima sgr, per esempio (come riportato da MF-MilanoFinanza il 28 agosto) a soli tre anni dall’avvio del progetto che ha messo insieme Prima e la vecchia Anima (che la Popolare di Milano aveva rilevato da Alberto Foà e dal suo team), quest’anno ha già staccato alla holding che la controlla, in cui siedono Clessidra (tramite Clessidra Capital Partners), Bipiemme e Mps, un assegno di 74 milioni, con un payout del 100%.

E il regalo di Natale 2013 delle società di gestione agli azionisti potrebbe essere ancora più ricco di quello passato. Basta dare un occhio alle semestrali presentate di recente per avere l’idea della tendenza. Eurizon Capital, per esempio, ha chiuso a giugno scorso con proventi operativi netti in crescita del 23,3% a 164 milioni, beneficiando dell’andamento positivo delle commissioni nette (+26%). Mentre l’utile netto del primo semestre della società guidata da Mauro Micillo è stato di 70 milioni, in crescita di poco meno dell’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che, come detto, aveva risentito di un’ultima coda di riscatti. Una tendenza che, almeno guardando i dati di raccolta, è proseguita anche a luglio scorso, quando Assogestioni ha registrato una nuova punta di raccolta netta a 6,3 miliardi, il settimo mese consecutivo di raccolta positiva, con 44 miliardi rastrellati da gennaio. Le premesse ci sono tutte perché anche quest’anno i gestori diano ottime cedole anche agli azionisti. (riproduzione riservata)