di Anna Messia
Riuniti a Mogliano Veneto lunedì scorso c’erano tutti i dirigenti delle Generali attivi sul mercato italiano. Oltre al group ceo Mario Greco, a Sergio Balbinot e a Raffaele Agrusti, l’attuale amministratore delegato di Generali Italia, che lascerà gli incarichi operativi a fine mese ma resterà nel gruppo fino a fine anno per il passaggio di consegne del progetto di riorganizzazione del business.
Tutti riuniti per incontrare per la prima volta Philippe Donnet, che entrerà ufficialmente in Generali il 1° ottobre per prendere il posto di Agrusti. Un incontro conoscitivo, quindi, nel corso del quale Donnet ha ricordato la sua esperienza italiana, nel 2000, quando ricopriva l’incarico di amministratore delegato diAxa Assicurazioni e dovette anche allora occuparsi dell’integrazione di cinque diverse reti di vendita. Come sarà ora per Generali Italia, che dovrà passare da dieci a tre brand.
 

Un mercato complicato, quello italiano, come ha sperimentato sulla sua pelle Donnet, che all’epoca dovette fare i conti anche con la mannaia dell’Antitrust guidata allora da Giuseppe Tesauro che multò per 700 miliardi di vecchie lire 35 compagnie accusate di scambiarsi dati sull’Rc Auto.

Questa volta la sfida non sarà da meno e Donnet ha già fatto sapere di voler spingere l’acceleratore sul piano di riorganizzazione avviato da Agrusti. Ora si entra nella fase-2 e l’Italia, che nonostante la crescita della Germania e della Francia resta ancora il motore portante del gruppo, è destinata ad avere un ruolo chiave nel processo di riorganizzazione avviato da Greco fin dal suo arrivo, ad agosto del 2012. L’obiettivo, come annunciato ieri dal group ceo in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, è ambizioso: portare Generali al vertice d’Europa. «Possiamo e vogliamo essere la più grande compagnia assicurativa in Europa», ha detto Greco. «I premi che incassiamo in Europa hanno quasi raggiunto quelli di Allianz (attuale leader continentale, ndr) e sono più elevati di ogni altra società concorrente», ha detto Greco al quotidiano tedesco. Per riuscire «ad aumentare la redditività ci vorrà un po’ più di tempo», ha aggiunto, «perché nell’attività assicurativa i cambiamenti si riflettono solo nel medio termine» e finora si vedono solo gli effetti del lavoro di sei mesi. Il futuro però appare molto promettente e Greco è convinto di poter fare molto di più per i risultati del 2014 e del 2015. L’obiettivo nel lungo termine, oltre a elevare i volumi nel ramo Vita, è aumentare sensibilmente il business nel ramo Danni, mentre il gruppo non è interessato a nuove acquisizioni in quanto, secondo Greco, «dobbiamo piuttosto continuare a sviluppare quei mercati dove già operiamo».

Per il futuro il ceo vuole che Generali, il cui maggiore azionista è Mediobanca con quasi il 13,5%, si concentri sul settore assicurativo rinunciando alla vecchia abitudine italiana di una rete di relazioni di potere: «Non possiamo più gestire altre imprese, dobbiamo curarci della nostra», ha detto. Ieri intanto il titolo Generali ha chiuso a Piazza Affari in flessione dell’1,37% per le indiscrezioni secondo cui la Carlo Tassara di Romain Zaleski avrebbe ceduto lo 0,68% della compagnia, ovvero oltre la metà della propria partecipazione dell’1,17% nell’assicurazione. (riproduzione riservata)