Credem ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 71 mln euro, in aumento rispetto ai 66,3 mln registrati nello stesso periodo del 2012 (+7,1% a/a).
Il margine di intermediazione, spiega una nota, è di 502,8 mln (+7,9% a/a), il margine finanziario di 229,3 mln (-2% a/a), mentre il margine servizi è di 273,5 mln (+17,8% a/a). Le commissioni netti si attestano a 186,5 mln (+4,4% a/a), i particolare le commissioni da servizi bancari sono di 81,8 mln (+7,1% a/a) e l’attività’ di gestione e intermediazione è di 104,7 mln (+2,3% a/a). I costi operativi sono pari a 312,3 mln (+3,1% a/a), il cost/income è al 62,1% (65% in 2012), il risultato lordo di gestione è di 190,5 mln (+16,7% a/a). Gli ammortamenti si attestano a 16,9 mln (+7,6% a/a), il risultato operativo è di 173,6 mln (+17,7% a/a), mentre gli accantonamenti per rischi e oneri ammontano a 2,9 milioni (15 mln in 2012). Le rettifiche nette di valore su crediti sono pari a 47,9 mln (+31,6% a/a). Il livello di copertura dei crediti a sofferenza è pari al 55,9% a fine giugno 2013 rispetto a 56,7% a fine giugno 2012 e 55,4% di fine 2012. Il saldo delle componenti straordinarie è pari a -1,7 milioni (16,6 mln nel primo semestre 2012). L’utile ante imposte risulta pari a 121,1 mln (+7,5% a/a), le imposte sul reddito sono pari a 50,1 mln (+8% a/a).
La raccolta complessiva da clientela è pari a 46.980 mln (+6,7% a/a), la raccolta diretta da clientela è di 17.022 milioni (+10,9% a/a), la raccolta assicurativa si attesta a 2.834 milioni (+10,8% a/a). La raccolta indiretta da clientela è pari a 27.124 mln (+3,9% a/a), la raccolta gestita è di 16.812 milioni (+10,8% a/a), gli impieghi sono di 19.814 mln (+1,3% a/a).Le sofferenze nette su impieghi si attestano a 1,5% (rispetto a 1,2% nello stesso periodo del 2012), i crediti problematici totali netti sono pari a 771,7 milioni di euro (674,6 milioni di euro a fine giugno 2012). Il core Tier 1 capital ratio si attesta a 9,6%. Il Total capital ratio è pari a 13,2%.
Secondo la società il carattere di fragilità delle principali evidenze sistemiche (i timidi segnali di ripresa economica che peraltro dovrebbero interessare il periodo successivo all’esercizio in corso e che sembrano riguardare più l’area euro nel suo complesso che il nostro paese, il recupero dei mercati finanziari e le favorevoli ripercussioni sui tassi dei titoli governativi e su quelli delle emissioni bancarie pluriennali) non consente di formulare previsioni a breve dissimili rispetto alle tendenze in atto nel primo semestre. In particolare, si dovrebbero confermare sia la contrazione del margine da interesse, sia la forte incidenza del costo del rischio creditizio. Incerto appare anche l’apporto del trading, mentre si dovrebbe mantenere in ascesa il contributo dei ricavi commissionali non strettamente legati alle performance dei mercati di riferimento dei prodotti gestiti. I costi aziendali risentiranno degli investimenti realizzati in ambito commerciale e per il presidio del rischio.