Nei primi otto mesi del 2012 la raccolta netta di Banca Mediolanum ha superato la soglia dei 2 miliardi rispetto agli 1,567 dello stesso periodo del 2011 (106 milioni di raccolta netta totale nel solo mese d’agosto), di cui 1,277 relativa a fondi e gestioni. Un’accelerazione eccezionale sul fronte puramente industriale del gruppo cui si è affiancata un’altrettanto eccezionale spinta che giunge dagli investimenti effettuati dal gruppo bancario: 12,7 miliardi di titoli in base alla situazione relativa al 30 giugno che hanno prodotto quasi 250 milioni di utili nella prima parte dell’anno. Per circa 10 miliardi si tratta di titoli governativi e per il resto di emanazione bancaria, per un totale di circa 12 miliardi di euro in bond italiani e circa 550 milioni spagnoli. Complessivamente il 70% scadrà entro un anno e un altro 26% entro quattro. Con un costo medio della raccolta attorno all’1,3% e un rendimento degli impieghi attorno al 3,2%, il carry trade messo in atto dall’istituto fondato da Ennio Doris ha potuto contare su un margine del 2%, una situazione invidiabile ricavata sfruttando finestre di opportunità rilevanti emerse nella prima parte dell’anno, non esattamente replicabili nella seconda per il calo dei tassi intervenuto nel frattempo e per le contestuali necessità di rientro dei finanziamenti reperiti sia tramite Bce sia sul mercato interbancario, nel rispetto dei limiti relativi al capitale proprio della banca (che evidenzia un Tier 1 del 10%). Sulla base di queste considerazioni, Equita nei giorni scorsi ha rivisto al rialzo del 5% le stime di utile 2012 di Mediolanum, ha portato le stime sul dividendo a 26 centesimi di euro (circa il doppio rispetto a quello distribuito nel 2013) e il target price da 4,7 a 5 euro (applicando un multiplo di 10 volte gli utili) per tener conto del calo del tasso free risk. Dal canto suo la banca, alla luce del forte sviluppo cui sta andando incontro nel 2012, sta perseguendo il suo programma di progressiva ricapitalizzazione di 200 milioni di euro, circa 25 entro fine anno, quando il capitale proprio dovrebbe attestarsi a 500 milioni. Una volta portato a termine l’intero piano (che potrebbe richiedere da uno a due anni, in base al ritmo di crescita della raccolta) e applicando il tipico leverage di 30 volte, Equita stima che questo significhi poter aumentare il portafoglio titoli di circa 6 miliardi. In attesa che questo avvenga, limitandosi al breve termine resta da prendere nota dell’ottima performance dei fondi (+3% mese su mese a luglio) che ha portato la sim ad alzare le sue aspettative in termini di commissioni di performance relative al terzo trimestre da 15 a 42 milioni di euro. Tenuto conto di tutto gli analisti ipotizzano che l’utile netto quest’anno lieviti del 5% a 384 milioni, ben oltre la stima del consensus a 320 milioni. Anche il dividendo 2012 sarebbe destinato a salire, da 19 a 26 centesimi (ragionando su un payout medio del 50%). Non avendo potuto largheggiare negli anni scorsi, non è escluso però che il cda decida di mostrarsi più generoso, magari già dall’acconto previsto in novembre. Deporrebbe a favore anche la situazione dell’altro grande socio di Mediolanum, la Fininvest di Silvio Berlusconi, che quest’anno probabilmente potrà far conto solo in piccola parte sull’apporto delle altre due maggiori fonti di guadagno rappresentate da Mediaset e Mondadori. In un momento di crisi eccezionale la formula banca internet più promotori messa a punto da Doris continua a guadagnare quote di mercato e nel frattempo il carry trade finanzia la crescita dei prossimi anni. Intanto è stato definito in 35,9 milioni di euro il valore a cui si procederà all’acquisto dell’intero capitale sociale della controllata Mediolanum Assicurazioni. I venditori sono azionisti di riferimento sia di Mediolanum (acquirente) sia di Mediolanum Assicurazioni (acquisita), trattasi di operazione fra parti correlate di «minore rilevanza» sulla quale si è espresso a favore il comitato per il controllo interno del gruppo.