«In uno scenario in cui, colpita specialmente dalla recessione economica in Europa, la crescita mondiale continuerà a rallentare nel 2012 fino al +2,5% (dopo il 2,9% nel 2011) per poi risalire al 2,8% nel 2013, si stima che quest’anno a livello globale le insolvenze aziendali aumentino del 4% e nel 2013 del 5%». Queste le previsioni di Ludovic Subran, capo economista di Euler Hermes, azienda del gruppo Allianz leader nell’assicurazione crediti. In particolare, in Italia l’«insolvency» è attesa in crescita del 12%, un valore elevato ma inferiore al 14% dell’Eurozona. Inoltre, a detta di Michele Pignotti, responsabile della regione Paesi Mediterranei, Africa e Medio Oriente di Euler Hermes, la decelerazione dell’economia si riflette sull’andamento dei mancati pagamenti delle imprese italiane. Tanto che, dopo i primi otto mesi del 2012 il numero dei mancati pagamenti (ovvero la frequenza) nel mercato interno è cresciuto del 30% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre l’importo medio (ossia la severità) è in leggera decelerazione: – 2%. C «Le difficoltà di accesso al credito e il calo dei consumi con la conseguente dilatazione dei tempi di pagamento – ha affermato Pignotti – inducono le aziende a non onorare i propri impegni, generando un impatto negativo sul credito interaziendale». Comunque, nonostante l’incremento dei mancati pagamenti, sia la numerosità che gli importi medi restano decisamente inferiori alla crisi del 2008. Ad agosto, anche il mercato export segna però un incremento degli incagli dei pagamenti, registrando una crescita sia della frequenza (+ 7%) che della severità (+5%). Oltre al trend economico, Euler Hermes ha inoltre verificato lo stato di salute finanziario di quattro settori portanti del made in Italy: alimentare, tessile, meccanica e siderurgia. E dalla banca dati proprietaria composta da 450mila imprese è emerso un generale alto livello di indebitamento e un basso livello di remunerazione del capitale investito. Tra i quattro comparti spiccano tuttavia per virtuosità l’alimentare, con un indebitamento sostenibile e una remunerazione del capitale in crescita e un trend sempre costante anche nel periodo 2008-2009. «Ma la fragilità finanziaria del tessuto imprenditoriale nazionale, specie nel cofronto internazionale – avverte a Pignotti – rappresenta un forte elemento discriminante per la competitività». Così, a detta di Euler Hermes, per supportare le imprese italiane e per recuperare il gap di produttività verso le altre economie europee è necessario un rilancio della politica governativa, monetaria, fiscale e industriale. In particolare è necessario che siano messe in atto tutte le azioni che permettano la riduzione dei costi, con priorità per quello dell’energia e dell’ accesso al credito, allo scopo di migliorare la redditività delle aziende e favorirne gli investimenti.