di Andrea Fiano e Anna Messia

Ieri, come anticipato da MFMilano Finanza, è stato il giorno della verità per l’operazione Migdal: le Generali hanno concesso uno sconto del 15% per la vendita del 69,1% della società all’uomo d’affari israeliano Shlomo Eliahu e hanno prorogato di due mesi, fino a fine ottobre, la chiusura delle trattative. Ma allo stesso tempo, in cambio della rinegoziazione dagli 835 milioni previsti a marzo scorso ai 705 milioni fissati ieri, hanno incassato una penale di 125,25 milioni che Eliahu dovrà pagare se, per qualunque motivo non imputabile a Generali, l’operazione non andasse in porto. Compresa la possibilità che le autorità di Tel Aviv non concedano le autorizzazioni necessarie. Mario Greco, che aveva lavorato senza sosta al dossier nel fine settimana, porta così a casa la sua prima complicata trattativa come ceo del gruppo Generali dopo che, come raccontato nei giorni scorsi dalla stampa israeliana, in particolare dal Globes, le nuove regole del mercato assicurativo introdotte a luglio avevano ostacolato l’operazione. Una stretta sul segmento dei risparmi a lungo termine, che ha provocato una riduzione di valore delle compagnie di assicurazione che operano in Israele, con inevitabili effetti anche sulle valutazioni della borsa di Tel Aviv: l’indice assicurativo israeliano dal 6 marzo, quando era stato firmato l’accordo, a ieri ha perso il 21% e Migdal nello stesso periodo ha perso il 21,9%. Inevitabile quindi che Eliahu chiedesse alle Generali di riaprire i termini dell’accordo ma come contropartita la compagnia (che come consulente legale aveva tra gli altri Freshfields di Milano) è riuscita a includere nelle trattative una penale (che tra l’altro è già stata versata) concedendo altri due mesi a Eliahu, che deve ancora ottenere il via libera dell’autorità assicurativa locale. Il prezzo di 705 milioni rappresenta in ogni caso un premio implicito di circa il 23% rispetto alle valutazioni di borsa di mercoledì scorso di Migdal, più alto rispetto al premio del 12,6% che era previsto al momento della firma di marzo. Una valutazione pari a un multiplo di 17,1 volte gli utili netti consolidati di Migdal che consentirà a Generali di avere un impatto positivo di 2,2 punti percentuali sull’indice Solvency I. Una notizia positiva, secondo il mercato, che ieri in una giornata euforica per le borse, ha premiato il titolo Generali con una crescita del 6% a 12,19 euro, spinto anche dalla notizia che Leonardo Del Vecchio potrebbe investire nella compagnia parte dell’incasso dalla vendita della quota Luxottica. «È una notizia positiva perché il mercato considerava poco probabile che l’operazione andasse in porto», hanno dichiarato ieri gli analisti di Equita dopo l’annuncio del nuovo accordo su Migdal. Voci a cui hanno fatto eco da Natixis: «Benché dal punto di vista finanziario l’operazione sia meno positiva di quella annunciata inizialmente, la scelta di vendere attività non strategiche resta positiva, ad un prezzo tra che può essere considerato ancora alto». (riproduzione riservata)