Il settore automobilistico globale gode di buona salute a dispetto delle difficoltà europee e della debolezza economica generale. 

Nonostante il rallentamento economico, il settore automobilistico conferma infatti l’andamento positivo a livello mondiale, con un +4% di crescita stabile previsto per il 2012 e 2013, secondo quanto emerge da un’analisi settoriale dell’assicuratore crediti Euler Hermes dal titolo ‘Automobile: il mercato mondiale riprende a viaggiare a velocità di crociera”. Dallo studio si rileva che la produzione di veicoli privati e commerciali dovrebbe raggiungere 83,3 mln di unita’ in quest’anno anno e circa 87 mln l’anno prossimo e dove si spiega che “l’industria deve la buona tenuta ai paesi emergenti, soprattutto Cina e India”.
“Assistiamo ad un forte spostamento della produzione e del consumo di automobili verso le nuove economie, dove i costi di produzione e il tasso di dotazione sono ancora bassi e dove, allo stesso tempo, aumenta il reddito pro capite”, spiega Ludovic Subran, economista capo presso Euler Hermes. Di conseguenza, dal 2007 al 2011 la produzione di automobili è balzata del 107,4% in Cina, del 74,7% in India, del 27,9% in Messico, del 14,4% in Brasile e del 14% in Corea del Sud. Al contrario, i mercati tradizionali ad eccezione della Germania (+1,6%) non hanno smesso di scendere: Regno Unito (-16,4%), Spagna (-18,5%), Usa (-19,7%), Francia (-23,9%), Giappone (-27,6%) e Italia (-38,5%).
“In un mercato automobilistico mondiale caratterizzato da crescita stabile, l’Europa è il fanalino di coda. Oggi più che mai, è indispensabile da parte dei costruttori una presenza internazionale adeguata, che permetta di ottenere una buona redditività e di finanziare investimenti e ricerca”, ha commentato il presidente del Directoire di Euler Hermes, Wilfried Verstraete. “A tale riguardo, i produttori americani sono riusciti a fare un vero e proprio cambio di direzione dopo la crisi. Il mercato e’ previsto ancora in crescita del 12% nel 2012, con una redditività attesa del 4,7%”.
Nello studio viene fornita un’ampia panoramica degli sviluppi del settore a livello mondiale, a partire dai mercati emergenti. La Cina, dopo l’euforia del 2009/2010, è previsto torni ad un ritmo di crescita più stabile di circa il 6% nel 2012/2013 grazie anche al potenziale “molto forte” determinato dal basso tasso di dotazione. In India, invece, il mercato rimane “abbastanza modesto” con 2,1 mln di immatricolazioni nel 2012 e un tasso di crescita stabile intorno al 5% nel biennio. Il mercato automobilistico brasilianao sta beneficiando della riduzione dell’imposta sui prodotti industrializzati e dovrebbe crescere del 7% nel 2012 per stabilizzarsi intorno al 4% l’anno prossimo. Restano forti anche le prospettive del mercato russo, dove si stima una crescita dell’11% nel 2012 e del 5% nel 2013 grazie ad un tasso di dotazione del 25% ed un parco automobili con oltre 10 anni di vita media. La Turchia paga invece la dipendenza dalla zona euro con una produzione in flessione nel 2012 di oltre il 10%, ma le prospettive a medio termine sono ancora positive.
Negli Usa, il mercato prosegue sul percorso di ripresa avviata nel 2009 con una crescita prevista per il 2012 del 12% e per il 2013 del 5%. Nonostante le immatricolazioni siano ancora al di sotto del livello pre-crisi, i produttori americani dovrebbero registrare una buona redditività con un margine operativo del 4,7% nel 2012 e del 5,5% nel 2013, mentre il settore nel suo complesso ha creato 100.000 posti di lavoro, dopo aver dimezzato gli effettivi fra il 2000 e il 2009 a causa delle “violente ristrutturazioni”. Dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, il Giappone ha subito nel 2011 una “drastica riduzione” della produzione a causa del terremoto e del successivo tsunami. Inoltre, sin dalla metà del 2008 il settore si trova a combattere il rafforzamento dello yen, che ha generato una forte perdita di competitività e lo spostamento della produzione verso gli Stati Uniti e l’Europa.

Infine lo studio di Euler Hermes fornisce un quadro desolante dello scenario europeo, caratterizzato da crollo delle immatricolazioni, sovracapacità e aumento della concorrenza. L’industria del Vecchio Continente, in particolare nei Paesi meridionali, è la più colpita dalle difficoltà attuali con la previsione di una contrazione del mercato del 6% nel 2012, seguita da un ulteriore -2/-3% nel 2013. I volumi di produzione sono attualmente inferiori del 20% rispetto ai livelli ante-crisi con una perdita di 3,5 milioni di unità. Tutto ciò, secondo gli esperti di Euler Hermes, “lascia presagire che i necessari aggiustamenti e la ristrutturazione del settore sono appena cominciati”.
D’altro canto, secondo l’analisi, la produzione di veicoli in Italia si è dimezzata dal 2007, mentre la Spagna segue l’andamento del mercato europeo, con un calo produttivo del 26% fra il 2005 e il 2011 e delle immatricolazioni di oltre il 50% rispetto ai livelli ante-crisi a 750.000 unità. In Francia, la produzione, rispetto al 2005, si è dimezzata, con circa 1,6 milioni di unità nel 2012, e una redditività per le case transalpine in continua discesa. Unica eccezione rimane la Germania, la cui produzione si mantiene ad un livello simile a quello ante-crisi e risente “solo lievemente della cattiva congiuntura europea”. Le case tedesche, la cui redditività è sostenuta dal posizionamento in segmenti premium, compensano la contrazione dell’Europa con le attività estere, come dimostrato dalla crescita in Cina e negli Usa.