La supervisione bancaria deve andare alla Banca centrale europea, già a partire da fine anno. Questo è il cuore delle proposta della Commissione Ue sulla vigilanza e sulla stabilità bancaria, resa nota ieri ma adottata martedì all’unanimità. Il piano elaborato dalla squadra capitanata da Josè Barroso prevede che la vigilanza su tutte le banche dell’Eurozona, comprese le casse di risparmio e le cooperative tedesche se è il caso, sarà trasferita alla Bce in tre tappe entro fine 2013 diventando operativa dal primo gennaio 2014. Si partirà dal primo gennaio 2013 per le banche che hanno chiesto o ricevuto aiuti pubblici; dal primo luglio toccherà alle banche sistemiche; dal primo gennaio 2014 la Bce eserciterà la vigilanza su tutte le banche. In questo modo da inizio 2013 il Fondo anti-crisi (Esm) potrà ricapitalizzare direttamente le banche dell’Eurozona. La parola ora passa ai governi per un confronto a tappe forzate: primo appuntamento il vertice dei ministri finanziari a Cipro questo fine settimana. Draghi ha subito fatto capire che accetterà con piacere il ruolo di supersceriffo. La Bce ha espresso apprezzamento per la proposta, «formulata in linea con l’annuncio fatto nel summit Ue del 29 giugno»: «rappresenta un importante passo nel processo per porre le fondamenta di un’unione finanziaria che miri ad assicurare la stabilità dell’Eurozona e dell’Ue». 
Ma a Berlino la supervisione Bce non piace per niente. Probabilmente perché in questo modo l’Eurotower metterà sotto il suo controllo anche le banche tedesche. Il cancelliere Angela Merkel è stata chiara davanti al Bundestag: «La Bce non può controllare tutte le banche in Europa». Il premier ha spiegato che «il problema della supervisione bancaria è di qualità, non di quantità». Se non altro ha colto l’occasione per ribadire il favore di Berlino alla Tobin tax: «Vogliamo una tassazione sulle operazioni finanziarie, anche se sappiamo che alcuni Paesi non sono d’accordo». Almeno su questo tema Barroso è della stessa idea: la Commissione procederà «rapidamente» per istituire una tassa sulle transazioni finanziarie nei Paesi che aderiranno alla cooperazione rafforzata. Nonostante il malumore tedesco, Barroso ha efatizzato che la vigilanza dovrà esercitarsi su tutte le banche perché «i rischi per la stabilità non provengono soltanto dagli istituti sistemici». Il commissario al Mercato interno Michel Barnier ha spiegato: «L’obiettivo è smettere di usare il denaro dei contribuenti per salvare le banche». 
Nel complesso la proposta della Commissione consiste in un regolamento che affida compiti specifici alla Bce, un aggiornamento del regolamento dell’Autorità bancaria (Eba), una comunicazione sul manuale unico di supervisione e l’idea di un meccanismo unico di «risoluzione» per gestire in modo ordinato fallimenti e ristrutturazioni spostata al futuro. Barnier in relazione alla discussione in corso a Londra, molto chiusa su se stessa, e in altre capitali dei Paesi non euro ha commentato: «Le decisioni dell’Eba, che resta l’Autorità di regolazione del sistema bancario, devono continuare a essere percepite come giuste». «Molti di questi Paesi sono nello spirito di partecipare alla supervisione Bce, anche se per una piena partecipazione» devono essere risolti complessi problemi giuridici.