di Andrea Montanari

Approfittando del fatto che il titolo Luxottica sta veleggiando ai massimi storici (il record l’ha toccato lunedì 3 settembre a quota 29,57 euro), Leonardo Del Vecchio ha deciso di fare cassa collocando sul mercato una piccola parte (7%) del pacchetto di controllo (66,48%) del big dell’occhialeria. L’operazione di accelerated bookbuilding offering riservato a investitori istituzionali e curata da Goldman Sachs e Unicredit inerente un pacchetto di 33 milioni di azioni consentirà all’industriale milanese di mettere fieno in cascina nella holding lussemburghese Delfin sarl, la cassaforte che ha in portafoglio tutte le partecipazioni strategiche: da Generali (3%) a Unicredit (2%), da Molmed (4,3%) a Foncière des Régions (27,44%) che a sua volta controlla il 52% di Beni Stabili siiq. Ai prezzi attuali e a fronte di una capitalizzazione di borsa di Luxottica di 13,83 miliardi, la vendita dovrebbe garantire a Del Vecchio un incasso superiore ai 960 milioni. Capitali che a questo punto il terzo paperone di Piazza Affari con un patrimonio vicino agli 11 miliardi (come è emerso dall’annuale classifica stilata l’11 agosto da MF-Milano Finanza) potrà utilizzare non solo per chiudere alcune posizione debitorie nei confronti delle banche e relative allo shopping azionario recente ma anche per avere un ruolo di maggiore peso in Unicredit e Generali. In particolare, come riportato ieri da www.milanofinanza.it, l’industriale potrebbe decidere di crescere nel capitale della banca di Piazza Cordusio dove da metà luglio scorso possiede il 2% (la quota vale 375,2 milioni) e nella compagnia assicurativa di Trieste dove detiene il 3% (controvalore attuale di mercato di 536,2 milioni). E se nel primo caso l’incremento della partecipazione potrebbe avvenire attraverso acquisti mirati sul mercato, approfittando anche del conveniente prezzo delle azioni Unicredit (3,24 euro, -23.3% da inizio anno), per quel che riguarda Generali la mossa sarebbe più articolata. L’interesse di Del Vecchio, che nel febbraio dello scorso anno si era dimesso dal consiglio d’amministrazione del Leone in forte polemica con l’ex presidente Cesare Geronzi (uscito di scena per le pressioni dei soci) andrebbe di pari passo con l’intenzione di Mediobanca di limare la partecipazione del gruppo assicurativo dal 13,2% al 10%. La mossa di Piazzetta Cuccia, che come riferito ieri da MF-Milano Finanza avrebbe preso i primi contatti con investitori istituzionali per un eventuale collocamento azionario, anche in vista dell’entrata in vigore di Basilea3, non passerebbe inosservata dalle parti di Agordo, sede di Luxottica. Perché Del Vecchio è alquanto interessato alle sorti del Leone (in borsa tratta poco sopra gli 11 euro) e guarda con attenzione alla gestione offerta dal nuovo corso targata Mario Greco. Il blitz del patron di Luxottica non è affatto passato inosservato sul mercato. Tantopiù perché comunicato nel giorno dell’importante consiglio d’amministrazione di Mediobanca convocato sul tema FonSai (servizio a pagina 3). E siccome proprio Piazzetta Cuccia è lo snodo cruciale di tutte le operazioni finanziarie e industriali che si concludono in Italia ecco che l’ipotetica mossa di Del Vecchio su Unicredit (primo azionista della merchant con l’8,6%) e Generali (principale asset di Mediobanca) potrebbe inserirsi in un più ampio rimescolamento del cosiddetto salotto buono. Riassetti e riposizionamenti ai quali si potrebbe assistere nei prossimi mesi e che riguarderanno con ogni probabilità anche Rcs Mediagroup, la casa editrice proprietaria del Corriere della Sera (articolo a pagina 10) al centro di fortissime speculazioni. Non a caso ieri nelle trading room girava la voce di un possibile coinvolgimento di Del Vecchio nella partita Rcs. Ma chi conosce bene l’industriale milanese smentisce seccamente questo scenario che del resto non trova conferme neppure in ambienti vicini a Piazzetta Cuccia e via Rizzoli. Tornando all’operazione comunicata ieri su Luxottica, lo stesso azionista di riferimento e presidente ha ribadito come «Delfin confermi il proprio impegno in Luxottica e non intenda cedere ulteriori azioni della società successivamente al completamento di questa operazione». Insomma, ufficialmente, l’accelerated bookbuilding offering, «è volta esclusivamente ad aumentare la liquidità del titolo in risposta alle crescenti richieste degli investitori, che in questi anni hanno seguito i successi del gruppo». In effetti, a Piazza Affari il flottante di Luxottica è risicato visto che Del Vecchio ne ha controllato finora il 66,48%, il management il 3% e lo stilista Giorgio Armani il 5%. A rafforzare questa tesi ci ha pensato ieri sera, in un colloquio con l’Ansa, l’ad del gruppo di Agordo Andrea Guerra: «Del Vecchio non è alla ricerca di liquidità e ricchezza. Vista l’incertezza che c’è in giro poteva essere un buon investimento tenersi le azioni». Invece la cessione del 7% «è un sacrificio che ha l’obiettivo di accogliere nuovi investitori e dare stabilità al titolo». Il collocamento si chiuderà oggi. Poi vedremo le mosse dell’industriale milanese. (riproduzione riservata)