Centinaia di passeggeri della nave da crociera italiana Costa Concordia – affondata lo scorso gennaio nei pressi dell’Isola del Giglio – e più di 1.000 imprese dell’isola dove si è arenata persistono nel portare avanti le cause negli Stati Uniti contro la Carnival Corp. di Miami, la più grande linea di crociere del mondo.

Carnival è sotto accusa per  essere la casa madre della Costa e quindi ultima responsabile per le violazioni o per la negligenza che potrebbero aver causato l’incidente mortale del 13 Gennaio. Gli investigatori sostengono che la nave abbia speronato uno scoglio mentre navigava troppo vicina all’isola toscana, uccidendo 32 persone.

Carnival sostiene invece che l’italiana Costa Crociere sia una persona giuridica a sé e che le cause dovrebbero essere intentate solo in Italia.

Almeno quattro cause sono state intentate su richiesta dei passeggeri. Un’altra è per conto di circa 1.000 imprese  italiane che reputano che il relitto danneggi il turismo. In totale, chiedono un risarcimento dei danni per decine di milioni di dollari.

“Costa Crociere è l’alter ego della Carnival”, sostiene Edward Ricci, la cui causa cerca di rappresentare le imprese collegate al turismo dell’Isola del Giglio, che affermano che il disastro abbia dissuaso i visitatori, inquinato le acque locali ecologicamente sensibili e abbassato i valori degli immobili.

Anche se la controllata Costa Crociere ha sede a Genova e la stessa Concordia non ha mai navigato fino ad un porto americano, Ricci sostiene che essa e gli altri brand di Carnival rispondano tutti alla loro centrale operativa di Miami. Carnival, ha notato, ha annunciato una ampia revisione,  supervisionata dai dirigenti di Miami, delle procedure di sicurezza  dopo il disastro.

“É proprio da questa centrale operativa che il tragico incidente della Costa Concordia sarebbe potuto essere evitato insistendo su un training  migliore degli ufficiali marittimi, su un funzionamento e una navigazione più sicuri, e sull’eliminazione della pratica sconsiderata del “saluto dalla nave”,  ha affermato Ricci nella documentazione processuale, riferendosi alla prova che il capitano della Concordia abbia navigato troppo vicino all’isola di proposito per farsi pubblicità e per impressionare i passeggeri.

Simili affermazioni sono state fatte in almeno altre quattro cause, una di esse, intentata la scorsa settimana, rappresenta 155 passeggeri di 14 paesi, tra cui gli Stati Uniti.

Una portavoce di Carnival ha affermato che la compagnia non rilascerà commenti sulla controversia legale in sospeso al di là degli elementi  presenti nella documentazione processuale.

In quei documenti, Carnival afferma che l’italiana Costa è una persona giuridica a sé e che ogni causa dovrebbe essere intentata in Italia. I legali di Carnival sostengono che la compagnia non sia proprietaria della Concordia e non abbia a che fare con le attività giornaliere della Costa.

“É una disputa italiana e dovrebbe essere risolta in un tribunale italiano,” ha affermato Thad Dameris, che rappresenta Carnival nel caso che coinvolge le imprese dell’Isola del Giglio. “Questo caso non ha una reale connessione con gli Stati Uniti.”

Tuttavia, le compagnie sono strettamente collegate una all’altra. Costa Crociere è una controllata della Carnival plc londinese, che sembra in apparenza essere separata dalla Carnival di Miami. Condividono gli stessi dirigenti e il consiglio di amministrazione e  “operano come una singola impresa economica,” secondo quanto presente nella documentazione processuale di Carnival. E Costa Cruise Lines Inc. ha base in Florida e ha rilasciato dichiarazioni dopo l’incidente.

I legali che fanno causa a Carnival affermano che i tribunali italiani spesso impiegano più anni rispetto alle loro controparti statunitensi per affrontare simili processi e che non c’è modo di portare avanti una class action su modello americano in Italia, come le imprese dell’Isola del Giglio vorrebbero.

Gabrielle  D’Alemberte, che rappresenta cinque cittadini americani che fanno causa per l’incidente,  ha affermato che l’Italia non permette neppure ai legali di lavorare su base di una contigency fee, per mezzo della quale l’avvocato ottiene la parcella indipendentemente dalla risoluzione o dal verdetto. Ha anche affermato che è più difficile ottenere risarcimenti per i danni dovuti al dolore, alla sofferenza  e allo stress emotivo.

Carnival afferma che tutto ciò che ha a che fare con Costa Crociere, il disastro della Concordia e le seguenti indagini è molto più disponibile alla lettura in Italia, incluse testimonianze, documenti e altre prove.

Nessuna delle cause è vicina al processo.

Nel frattempo, la nave rimane sul suo fianco al largo dell’isola italiana. I funzionari  italiani sostengono che si aspettano che venga riportata in posizione verticale di nuovo verso primavera 2013. In aggiunta, presso il  parlamento italiano è fissata per il 15 ottobre un’audizione preliminare sulle  potenziali colpe a carico dei responsabili del naufragio.

Il capitano Francesco Schettino ha affermato di essere stato distratto da un chiamata al cellulare e che la sua decisione di spostare la nave in acque meno profonde abbia probabilmente salvato vite.