Il differenziale a 10 anni tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi dovrebbe essere di circa 200 punti base, un livello che giustificherebbe i fondamentali macroeconomici e fiscali del Paese e di gran lunga più basso rispetto ai 450 pb ai quali lo spread attualmente viaggia.
È quanto emerge da uno studio di Bankitalia di Antonio Di Cesare, Giuseppe Grande, Marco Toboga e Michele Manna, nel quale si spiega che il recente andamento dello spread è in larga parte riconducibile a fenomeni di contagio non legati alle condizioni di fondo del Paese.
“Molte stime sullo spread a 10 anni si trovano intorno ai 200 pb, contro i quasi 450 pb di mercato” a fine agosto e “i valori stimati sulla base dei fondamentali sono marcatamente più bassi” anche per i differenziali a 2 e 5 anni, si legge nello studio.
Gli esperti di Bankitalia spiegano che “la dinamica dello spread a 10 anni tra Btp e Bund è stata caratterizzata da tre diversi periodi”. Nel primo periodo, da metà 2009 fino ad aprile 2010, lo spread si attestava intorno agli 85 punti base. Dopo, a seguito della prima ondata di tensioni sul mercato dei titoli di Stato a maggio del 2010 fino a giugno 2010, il differenziale è rimasto ancora relativamente stabile, anche se a un livello più alto (circa 150 pb in media).
Nel terzo periodo, si legge nello studio, a partire da luglio 2011 e quindi dopo l’annuncio del coinvolgimento dei privati nel secondo pacchetto di aiuti alla Grecia, lo spread decennale è aumentato di molto, diventando molto più volatile. Le tensioni hanno interessato tutta l’area euro, portando a un diffuso aumento della volatilità del mercato e a un deprezzamento dell’euro. Fino a novembre 2011, le turbolenze si sono concentrate sull’Italia, come dimostrato dall’allargamento dello spread di Roma rispetto agli altri Paesi, come la Spagna. In quel periodo, si legge ancora nello studio di Bankitalia, le tensioni sono state alimentate dal “peggioramento delle condizioni macroeconomiche e dall’instabilità’ politica in Italia”. A novembre dello scorso anno, il rendimento a 10 anni dell’Italia ha toccato il massimo storico del 7,3% con lo spread a 550 pb.
Nella prima metà del 2012 invece “l’instabilità’ è stata guidata in gran parte dal peggioramento delle condizioni macroeconomiche in Grecia e dalle difficoltà del settore bancario in Spagna“. In questo periodo, ricordano gli studiosi , il rendimento decennale e’ rimasto ben sotto i massimi storici, sotto il 6%, mentre la Spagna invece ha registrato rendimenti in forte rialzo, con il differenziale con l’Italia tornato in positivo.