Il sistema bancario ha tenuto durante la crisi, ma al suo interno deve compiere ancora molti progressi. E, soprattutto, deve iniziare a tagliare bonus e maxi stipendi, anche a fronte dei conti drammatici emersi dalle ultime semestrali. Questo, in sintesi il senso dell’intervento al convegno sulla governance del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che ieri ha puntato l’indice sulla governance delle banche italiane, ancora alle prese con i soliti nodi da sciogliere: emolumenti eccessivi per i top manager e una scarsa presenza femminile all’interno dei cda. «Il sistema bancario – ha detto il numero uno di Via Nazionale – ha compiuto dei progressi sui profili di governance, ma servono ulteriori passi in avanti, sono necessari sforzi aggiuntivi». A cominciare proprio dagli stipendi e dai bonus dei vertici, «non coerenti con l’attuale crisi o i costi connessi con assetti di governo pletorici e eccessivamente articolati». L’importanza del board e degli altri organi aziendali, ha aggiunto Vegas, «è cresciuta nel tempo per l’esigenza di governare la maggiore complessità operativa in un contesto esterno in continua evoluzione e per la necessità di gestire relazioni sempre più articolate con i diversi stakeholders. Gli insegnamenti della crisi confermano questo assunto. Non c’è dubbio che la capacità di governo della banca è importante almeno quanto la disponibilità di capitale. Ma mentre le regole che riguardano il patrimonio sono dettagliate e oggettive, quelle sulla governance seguono criteri di proporzionalità, lasciano spazio a interpretazione e adattamento». Ecco perché la qualità della governance «non può essere valutata solo sulla base del disegno formale della struttura (l’organigramma, lo statuto, i regolamenti interni): al di là del modello teorico contano i comportamenti, il modo in cui le persone interagiscono tra loro, i valori che esse esprimono». A tal proposito, il direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, ha annunciato una nuova indagine in corso da parte di Via Nazionale per confrontare i sistemi di remunerazione delle banche italiane con quelli degli altri Paesi. «Stiamo predisponendo una comunicazione al sistema per chiedere la trasmissione alla Banca d’Italia di dati sui sistemi di remunerazione secondo criteri armonizzati che consentiranno un confronto omogeneo in ambito Ue», ha detto. È necessario inoltre dare un ruolo «più incisivo ai consiglieri indipendenti» delle banche in tutti i casi in cui un consiglio deve valutare in presenza di «interessi in consiglio». Gli indipendenti «devono valutare la correttezza dei processi decisionali; quando ci sono interessi in conflitto il loro parere diventa centrale». Sempre sul fronte della governance, Saccomanni ha poi lanciato un avvertimento agli istituti: «L’introduzione prossima delle norme europee sul governo societario porterà a sanzioni pecuniarie, applicabili sia alle persone fisiche sia a quelle giuridiche, ben più elevate di quelli vigenti oggi in Italia».