di Carlotta Scozzari

Obiettivo: superare di slancio quota 20 miliardi di masse entro il 2014 per raggiungere i 21,8 miliardi continuando a indossare le vesti di società prodotto e senza disdegnare il dossier acquisizioni. A porsi il target è Arca, la Sgr guidata dall’amministratore delegato Ugo Loser, che, dopo avere appena definito il nuovo assetto azionario (con l’uscita di Ubi Banca e il riposizionamento delle altre Popolari, vedere grafico a lato), guarda avanti. Per quel che riguarda il patrimonio, che secondo le previsioni per la fine dell’anno dovrebbe posizionarsi a 16 miliardi, Loser spiega: «Siamo ambiziosi, ma quando saranno operative anche le ultime acquisizioni dei rami della Popolare di Vicenza e di Vegagest raggiungeremo un livello di massa critica importante». Per crescere Arca Sgr guarda soprattutto alle reti retail, dove al momento il tasso di penetrazione della società è inferiore ai 3 milioni per sportello, contro i circa 6 della media del mercato. Ciò, spiega Loser, è soprattutto «una conseguenza del fatto che prima di raggiungere il nuovo assetto azionario le banche Popolari nostre socie (che sono poi le stesse collocatrici dei prodotti, ndr) risultavano insoddisfatte della governance», senza contare che gli stessi istituti di credito azionisti «hanno avuto qualche tensione dal lato della raccolta, situazione che per fortuna sembra ora essere rientrata». In ogni caso, l’obiettivo di Arca Sgr è di portare il tasso di penetrazione allo sportello intorno a quota 4 milioni. Crescita potrebbe anche significare nuove acquisizioni, dopo che di recente la società di risparmio gestito delle Popolari ha rilevato Vegagest e due rami di azienda della Popolare di Vicenza. «Premesso che in questo momento non stiamo negoziando con nessuno – afferma Loser – né siamo impegnati in operazioni specifiche, abbiamo chiaramente l’ambizione di diventare un polo aggregante nel mercato italiano. Ed è altrettanto ovvio che siamo in cerca di sinergie immediate rispetto a quello che è il nostro attuale modello». Si potrebbe, così, immaginare che in caso di nuove acquisizioni la Sgr possa prima guardare in casa propria, tra le Popolari socie, come peraltro già fatto in passato. Sicuramente poi considerare che fino a oggi Arca si è focalizzata sui prodotti e sul canale retail del network bancario può aiutare a restringere il campo per eventuali operazioni di m&a. Per procedere con eventuali operazioni, Arca ha a disposizione un «tesoretto» di 50 milioni circa, fermo restando ovviamente che, di fronte a eventuali occasioni di acquisto, i soci potrebbero decidere di fare ulteriori riflessioni. Nel 2011, Arca ha perso masse a scapito dei conti deposito, prodotti su cui molte banche hanno puntato per spingere la raccolta in un momento critico. Nel 2012, invece, questa tendenza è svanita. In ogni caso, Loser vuole prendere la sua rivincita: «Nell’arco dei primi sei mesi dell’anno, Arca ha registrato raccolta positiva; si tratta di un dato in controtendenza rispetto al mercato. In generale, nell’arco degli ultimi 12-18 mesi, i prodotti del risparmio gestito, considerati ex post, si sono rivelati i migliori che un investitore potesse avere in portafoglio. La gestione professionale è risultata anti-ciclica, tant’è che noi siamo addirittura riusciti ad aumentare i rendimenti dei nostri prodotti a cedola. E anche nel 2012 i prodotti del risparmio gestito hanno dimostrato di riuscire a cavalcare al meglio il rimbalzo dei mercati finanziari».