Il rincaro dell’imposta di bollo colpisce meno del 20% del totale dei dossier titoli. L’83% di questi, infatti, presenta un valore nominale inferiore ai 50 mila euro e non viene quindi interessata dall’aumento previsto dall’articolo 23, comma 7 del dl n. 98/2011. Piccoli risparmiatori in salvo, dunque, secondo il governo. A fornire i numeri, messi a punto dai tecnici del dipartimento delle finanze, è stato ieri il sottosegretario all’economia Bruno Cesario rispondendo alla camera a un question time presentato dai deputati Pdl Maurizio Bernardo e Manlio Contento. I due membri della commissione finanze rilevavano che l’innalzamento dell’imposta di bollo sui depositi titoli abbia carattere regressivo e che «sarebbe invece opportuno intervenire sull’imposizione delle rendite finanziarie». Riguardo a quest’ultimo punto, il sottosegretario ha sottolineato che la manovra bis (dl n. 138/2011) ha già provveduto a revisionare la normativa tributaria applicabile ai redditi di capitale, introducendo l’aliquota unica del 20% a partire dal 1° gennaio 2012, eccezion fatta per i titoli di Stato (che restano tassati al 12,5%).