Impennata del 44% per quelli che dichiarano più di 500 mila 

 di Stefano Sansonetti  

I paperoni d’Italia crescono. Dal 2006 al 2010 i contribuenti che dichiarano più di 500 mila euro sono aumentati del 44,6%, passando da 7.952 a 11.500. Quelli che hanno redditi superiori a 1 milione di euro sono cresciuti del 42,4%, da 1.896 a 2.700. Il raffronto è stato fatto da ItaliaOggi sulla base delle dichiarazioni 2006, relative all’anno d’imposta 2005, all’epoca rese pubbliche on line dall’Agenzia delle entrate, e le dichiarazioni 2010 pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze, così come circostanziate negli ultimissimi giorni dal ministero dell’economia.

Il trend crescente dei paperoni, per giunta in tempo di crisi, potrebbe essere il segno di una lotta all’evasione che già in questi anni ha prodotto i suoi frutti, facendo emergere molte posizioni. Anche se, viste le grandezze, sull’azione di contrasto nei confronti dei furbetti del fisco è ancora da scalare l’Everest: basti pensare che coloro che dichiarano redditi sopra i 200 mila euro rappresentano solo lo 0,17% del totale, mentre quelli che si posizionano al di spora del 500 mila rappresentano soltanto lo 0,028%. Il tutto su un totale di 41,5 milioni di contribuenti.

L’occasione per fare il punto della situazione è stata offerta proprio dal maxiemendamento presentato dal governo alla manovra bis. Nel provvedimento è rispuntato il contributo di solidarietà, ma nella forma di un prelievo del 3% su chi dichiara redditi superiori ai 300 mila euro. Il balzello inciderà su 34 mila contribuenti, appena lo 0,08% dell’intera platea. Inizialmente, però, si era pensato di imporre il prelievo del 3% sui redditi superiori a 500 mila euro. Nel fornire le stime in riferimento a questo schema iniziale, il Tesoro, guidato da Giulio Tremonti, ha fatto sapere che oltre i 500 mila euro si posizionano 11.500 contribuenti. Dato che dovrebbe riferirsi alle ultime dichiarazioni dei redditi disponibili, ovvero quelle del 2010 relative all’anno d’imposta 2009. Ebbene, sulla base di questo raffronto ecco spuntare fuori, se vogliamo, una sorpresa. Nel 2006, sulla base delle dichiarazioni dei redditi (anno d’imposta 2005) pubblicate on line dall’allora viceministro dell’economia, Vincenzo Visco, e dall’allora direttore dell’Agenzia delle entrate, Massimo Romano, risultavano 7.952 contribuenti con un reddito dichiarato sopra i 500 mila euro. Nel 2010 (anno d’imposta 2009) la stessa categoria è cresciuta sino a comprendere 11.500 soggetti. L’aumento è del 44,6%.

Lo stesso vale per coloro che si collocano sopra il milione di euro. Nel 2006 erano 1.896, mentre nel 2010 sono diventati 2.700. In questo caso l’incremento è del 42,4%. Ma il trend, approfondendo i calcoli, vale anche per chi dichiara un po’ di meno, per esempio per coloro che hanno più di 200 mila euro. In questo caso è possibile fare un raffronto proprio tra due tabelle pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze, che nell’analizzare le varie classi di reddito si ferma solo ai contribuenti che sono oltre la soglia dei 200 mila euro. Ne risulta che questi nel 2006 (anno d’imposta 2005) erano 58.650, mentre nel 2010 (anno d’imposta 2009) sono cresciuti fino ad arrivare a 71.989, per un incremento del 22,7%. Altro dato da tener presente è la crescita dei contribuenti in valore assoluto: nel 2006 erano 40,7 milioni, nel 2010 erano 41,5.

Dietro a questo andamento, un ruolo può averlo avuto la lotta all’evasione condotta dall’Agenzia delle entrate, oggi guidata da Attilio Befera. Ma le bassissime percentuali dei «paperoni» fa capire chiaramente che il male è ancora capillarmente diffuso. E che molto è ancora da fare.