di Anna Messia

 

Gli esami, si sa, non finiscono mai. Una regola che vale anche per le compagnie di assicurazione che lo scorso luglio avevano dimostrato di avere le spalle abbastanza robuste per superare un aggravio della crisi in atto, rispondendo allo stress test lanciato dall’Eiopa, l’autorità che racchiude le Isvap di tutta Europa.

Del resto le difficoltà economiche non sembrano affatto superate e così il regolatore ha ritenuto di istituire un supplemento d’indagine per valutare gli effetti di una prolungata fase di bassi tassi d’interesse sulla solvibilità delle imprese. Un’altra prova di tenuta che l’Isvap ha prontamente rigirato alle compagnie italiane invitandole a rispondere entro il prossimo 16 ottobre.

Lo scorso luglio per le assicurazioni italiane non era andata affatto male: tutte le compagnie avevano superato la prova Eiopa, mentre nel resto d’Europa una su dieci, nello scenario peggiore, avrebbe avuto bisogno di un aumento di capitale per resistere all’acutizzarsi della crisi. Ma il passato è superato ed è già arrivato il momento di una nuova prova su cui di sicuro saranno puntati gli occhi del mercato. Un prolungato periodo di bassi tassi d’interesse può essere infatti molto pericoloso per la tenuta delle compagnie che si obbligano a riconoscere ai clienti un rendimento minimo. Se i tassi dovessero scendere (a parità di impegni assunti nei confronti dei clienti) le assicurazioni potrebbero infatti essere chiamate ad aumentare il capitale per costituire riserve aggiuntive a garanzia degli impegni. Un problema particolarmente diffuso in Italia dove le polizze più apprezzate dai clienti in questo periodo di crisi delle borse sono proprio le gestioni separate che prevedono un rendimento minimo.

Per ora, invece, è rimasto fuori dal nuovo esame il nodo dell’esposizione delle compagnie ai titoli di Stato che era già stato oggetto di un’indagine supplementare dello stress test dello scorso luglio. Anche se, soprattutto per l’Italia, sarebbe forse proprio questo l’esame più complicato da ripetere. Lo spread rispetto al Bund ipotizzato due mesi fa dallo stress test dell’Eiopa per i titoli italiani era infatti pari a 338 punti, ben al di sotto del nuovo picco toccato ieri di 371 punti. Una situazione che potrebbe diventare pericolosa in caso di riscatto di polizze Vita da parte dei clienti, perché le imprese sarebbero costrette a liquidare i titoli che hanno in portafoglio e a incassare le perdite. Intanto le compagnie di assicurazione italiane sono alle prese con il nodo della ristrutturazione del debito greco. Anche in questo caso l’istituto di controllo guidato da Giancarlo Giannini non è rimasto inattivo e ha fatto una ricognizione tra le compagnie per conoscere il tasso di adesione alla proposta del governo greco in attesa di definire una linea comune per contabilizzare le operazioni nei bilanci. (riproduzione riservata)