Berkshire Hathaway annuncia il primo buyback dal 1965, quando l’azienda fu rilevata da Warren Buffett per trasformarla nei decenni in uno dei simboli della Corporate Usa. Per il Washington Post, l’Oracolo di Omaha in questo modo manderebbe un chiaro messaggio di considerare sottovalutato a Wall Street il titolo della holding. Un’altra chiave di lettura, però, è che Berkshire siede su un «tesoretto» da oltre 40 miliardi di dollari e non vedendo in giro acquisizioni di valore compra l’unica cosa che ritiene un buon affare: se stessa.
Berkshire ha comunicato ieri che il board ha approvato il piano di buyback, che riguarderà sia le azioni di Classe A che quelle di Classe B, senza però indicare l’ammontare dell’operazione. Unico dato ufficiale è che l’acquisto non potrà essere fatto a premio superiore del 10% rispetto al valore di libro (che attualmente è di circa 98.000 dollari per azione di Classe A). I commentatori hanno valutato in almeno 20 miliardi di dollari la cassa che Berkshire punta a conservare il che implicherebbe la possibilità di riacquistare titoli propri anche per lo stesso valore. La notizia è stata ovviamente accolta in modo positivo dal mercato. A Wall Street le azioni Berkshire scambiavano ieri in progresso anche del 6% con le Classe A che toccavano i 106.000 dollari di valore e le Classe B che superatano quota 70 dollari.
Buffett, che aveva già parlato di un possibile buyback negli Anni 90 (anche se in quell’occasione non se ne fece nulla), non sta comunque con le mani in mano. Il Wall Street Journal, infatti, citando fonti interne a Berkshire riportava ieri che l’Oracolo di Omaha avrebbe incrementato la partecipazione nella britannica Tesco. Nel dettaglio, Berkshire avrebbe comprato 34 milioni di titoli di Tesco nell’ultima settimana di agosto, per un valore (alle quotazioni di Borsa del periodo) di circa 120 milioni di sterline. La quota sarebbe salita dal 3,21 al 3,64% facendo di Berkshire uno dei principali azionisti di Tesco. Buffett in passato aveva criticato non poco il retailer britannico, giudicando negativamente lo sbarco in Usa di Tesco, che nello scorso esercizio si era concretizzato in una perdita operativa.