Sono sempre più numerosi i governi che traggono vantaggi dalle competenze degli assicuratori privati e dalle capacità crescenti del settore per coprire i danni causati dalle catastrofi e anche da altri rischi.

E’ la conclusione di Swiss Re nel suo ultimo sigma.
Il terremoto in Giappone a inizio anno ha comportato danni materiali totali per oltre 200 miliardi USD, di cui solo 30 miliardi coperti dall’assicurazione privata.
Invece nel recente terremoto in Nuova Zelanda, gli assicuratori privati pagheranno circa 9 mld sui 12 complessivi di danni materiali.

Il ruolo dello Stato nell’assicurazione varia molto a seconda del paese. Dipende dal quadro regolamentare nel quale operano le compagnie, la sottoscrizione esplicita di certi tipi di prodotti, l’obbligatorietà di alcune tipologie di assicurazioni ecc.

Vi sono opportunità inesplorate in materia di assicurazioni delle infrastrutture pubbliche.

I governi centrali auto assicurano principalmente le attività e i beni del governo, mentre gli enti locali più piccoli possono realizzare economie mutualizzando i rischi grazie all’assicurazione privata.

La maggior parte degli enti pubblici auto assicura i beni pubblici come strade, ponti e costruzioni, ma nonostante questo gli stati possono far ricorso alla capacità crescente dell’assicurazione privata per ripartire i rischi in maniera efficace e conservare unicamente la parte di rischio veramente inassicurabile, secondo gli esperti di Swiss Re.

I rischi divengono così un costo di budget e le conseguenze di eventi sfavorevoli possono essere suddivise con gli assicuratori privati.

Le catastrofi naturali hanno un impatto considerevole sui budget dei governi, che stanno ripensando la loro copertura assicurativa delle catastrofi. «Il Giappone, la Turchia e Taiwan hanno elaborato dei programmi catastrofe innovativi per far fronte ai terremoti. Il Messico ha emesso un’obbligazione MultiCat al fine di attenuare l’impatto delle catastrofi sul suo budget annuale. Questa obbligazione permette al Messico di effettuare dei versamenti trimestrali agli investitori in cambio di una copertura del rischio terremoto e uragano fino a 290 mln USD. Queste soluzioni sono caratterizzate dal fatto che acquistando una protezione supplementare presso gli assicuratori privati e i mercati dei capitali, il governo, quanto assicuratore di ultima istanza, vedrà la sua esposizione ridotta in caso di catastrofe maggiore. Questo si rivela sempre più necessario, come ha dimostrato la crisi del debito sovrano, perché la volontà degli investitori di accordare prestiti ai governi ha i suoi limiti, in particolare in caso di bilanci fiscali tesi.»

Lo studio sigma rivela che alcuni Stati sovvenzionano l’assicurazione nelle zone esposte ai rischi naturali senza perché altrimenti sarebbe molto più costosa. Questo comportamento favorisce la costruzione nelle zone a rischio.

Il consiglio di Swiss Re ai governi è di eliminare ogni forma di sovvenzione per le coperture delle assicurazioni private e di investire le risorse statali, sempre più limitate, in una infrastruttura che permetta di ridurre i danni da catastrofe e di fornire una copertura unicamente per i rischi che sono veramente inassicurabili.

Gli stati impongono da molto la conclusione di una copertura di rc privata, sull’esempio della RCA.

Rendendo l’assicurazione obbligatoria i governi garantiscono che il pool sia sufficientemente grande per far fronte ai bisogni delle vittime e inoltre il costo dell’assicurazione incita a ridurre le assunzioni di rischio.

Quasi tutti i governi forniscono o rendono obbligatoria l’assicurazione nei settori sanitari, invalidità, infortuni sul lavoro, disoccupazione e previdenza. I programmi pubblici garantiscono a tutti i cittadini una protezione minima contro i rischi che possono pesare sul loro reddito o patrimonio e spesso concedono sovvenzioni alle persone che soffrono di malattie croniche, agli anziani e ai ceti meno abbienti.

Tuttavia, al fine di contenere il costo globale di queste prestazioni gli Stati cominciano a pensare ad altre soluzioni e anche a privatizzare una parte di questi programmi sociali.