STEFANIA PESCARMONA

Gli asiatici hanno già iniziato a fare shopping di bond italiani. Da un recente studio sul debito italiano pubblicato da Morgan Stanley, risulta infatti che il 44% dei titoli di Stato italiani, pari a 694 miliardi di euro, sono posseduti da investitori stranieri. E che «probabilmente» più di 95 miliardi sono in mano agli asiatici, Cina in testa. All’interno dello studio, il broker ha evidenziato che dai dati ufficiali diffusi dalla Banca d’Italia emerge che, su un totale di 1.577 miliardi di debito pubblico, «circa il 50% è in mano a investitori nazionali, tra banche, altre istituzioni finanziarie, piccoli investitori e la stessa Banca Centrale, pari a circa 787 miliardi, mentre i restanti 790 miliardi sono detenuti da investitori stranieri». La percentuale nazionale sale poi al 56% se si includono i fondi di origine italiana gestiti all’estero e rappresenta «un livello abbastanza alto rispetto agli altri mercati dei titoli europei», rileva la banca americana guidata da James Gorman, che valuta dunque al 44% la percentuale restante in mano investitori stranieri. Morgan Stanley scende poi nel dettaglio: secondo la ricerca dell’istituto statunitense, Bankitalia detiene 68 miliardi di euro di titoli di stato (4%); le istituzioni monetarie finanziarie internazionali (banche) ne posseggono 231 miliardi (15%), mentre ad altre istituzioni finanziarie fanno capo 265 miliardi (17%), di cui 179 miliardi (pari all’11,3%) vanno a compagnie assicurative e i restanti 86 miliardi (5,4%) a fondi di investimento. Quanto agli investitori privati residenti in Italia, questi ultimi hanno in portafoglio bond per 223 miliardi (14%). Allargando l’orizzonte oltre i confini nazionali, le banche straniere detengono 194 miliardi (12,3%) di obbligazioni; i fondi italiani gestiti all’estero 97 miliardi (6,1%); mentre a gruppi assicurativi e fondi comuni europei, non italiani, fanno capo 230 miliardi di obbligazioni. Morgan Stanley si è poi pronunciata sull’ondata di lettera che ha colpito i mercati nell’ultimo periodo. Complessivamente, però, le attese sono rassicuranti. Dietro la massiccia ondata di vendite di titoli italiani che avrebbero innescato l’attacco speculativo di questa estate ci sarebbero, secondo il rapporto, degli investitori esteri (non bancari e non assicurativi) che deterrebbero circa 175 miliardi di debito italiano. In particolare, la banca d’affari statunitense parla di investitori che lavorano su benchmark (parametri di riferimento da seguire, per esempio un rendimento fissato a una soglia specifica) che potrebbero immettere sul mercato titoli per 25-65 miliardi. Ma tali vendite potrebbero essere compensate dalle stesse banche e assicurazioni italiane, che avrebbero – secondo il rapporto di Morgan Stanley – ancora ampi margini in portafoglio per assorbire titoli fino a 230 miliardi di euro.