Bp porta pesanti responsabilità per il disastro ambientale verificatosi il 20 aprile 2010 nel Golfo del Messico. A questa conclusione è giunto, dopo 16 mesi di indagine, il Bureau of Ocean Energy Management, Regulation and Enforcement (Boemre, ente federale americano nato di fatto proprio dopo il disastro del giacimento di Macondo). Le scorciatoie usate dalla big oil britannica nella costruzione della Deepwater Horizon avrebbero infatti contribuito all’esplosione della piattaforma, causando la morte di 11 operai e il disastro ambientale sulle coste di alcuni Stati Usa. «Le decisioni di Bp per risparmiare tempi e costi senza prendere in considerazione la situazione contingente hanno contribuito all’esplosione del pozzo Macondo», si legge nell’atteso rapporto del Boemre, che stabilisce inoltre che le ditte cui Bp aveva dato appalti (la Transocean che possedeva la piattaforma e la Halliburton che aveva realizzato i lavori di cementificazione del pozzo petrolifero) hanno commesso gravi errori e mancanze che, sommatesi, hanno portato al disastro.
Sulla base delle testimonianza degli operai sopravvissuti, infatti, i responsabili della piattaforma non hanno, nelle ore precedenti all’esplosione, preso in considerazione una serie di segnali che avrebbero potuto far scattare l’allarme e l’ordine di evacuazione. Le conclusioni cui è giunta l’indagine federale sono molto simili a quelle di altre inchieste, compresa quella redatta dalla commisione nominata all’uopo dal presidente degli Usa, Barack Obama. «La perdita di vite umane e il conseguente inquinamento del Golfo del Messico sono stati causati da una cattiva gestione del rischio, da cambi di progetto dell’ultimo minuto e dalla mancata risposta ai segnali di allarme», si legge nel rapporto che sostiene anche come le società operanti sulla piattaforma non fossero preparate a gestire la situazione di emergenza. Il Boemre individua la violazione di sette leggi federali, soprattutto in tema di sicurezza.
Sono invece ancora in corso le indagini dello U.S. Department of Justice che potrebbero portare a condanne e multe pesantissime. «Il rapporto federale pubblicato ieri ha fatto significativamente aumentare le probabilità che Bp, Transocean e Halliburton debbano rispondere in sede penale di quanto accaduto – spiega David Uhlmann, professore dell’Università del Michigan ed ex responsabile della divisione dedicata ai crimini ambientali del dipartimento di Giustizia.