In un discorso tenuto al Parlamento europeo a Strasburgo il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ha annunciato l’adozione formale della proposta di tassazione sulle transazioni finanziarie con la quale si potrebbero raccogliere oltre 55 mld euro all’anno.
La tassazione prevede un’imposta dello 0,1% sullo scambio di azioni e bond e dello 0,01% su quello di contratti derivati, e dovrebbe entrare a regime a partire da gennaio 2014. La tassa dovrebbe essere imposta su tutte le transazioni che prevedono l’utilizzo di strumenti finanziari e che avvengono tra società, quando almeno una delle parti è ubicata nell’Unione europea, precisa la Commissione in un comunicato.
Tornando a parlare della crisi del debito dell’Eurozona, Barroso ha poi ribadito che la Grecia è e continuerà a essere un membro dell’Eurozona, che ha bisogno di una maggiore integrazione e disciplina fiscale per rafforzare la sua credibilità.
In generale, tutti i paesi europei che hanno lo spazio di manovra necessario dovrebbero utilizzare la politica fiscale per rafforzare la crescita, ha ricordato Barroso che con le sue parole richiamerà probabilmente l’attenzione della Germania, i cui leader ieri hanno seccamente respinto tale ipotesi. In Ue “non abbiamo molto spazio di manovra per un nuovo stimolo fiscale, ma questo non vuol dire che non possiamo fare più per promuovere la crescita“, ha detto Barroso sottolineando che chi lo può fare, deve “promuovere delle riforme strutturali” per aumentare la competitività e la crescita.
Proprio la scorsa settimana anche il direttore del Fondo monetario internazionale per l’Europa aveva chiesto ai paesi che hanno più spazio di manovra fiscale, come la Germania e la Gran Bretagna, di agire per stimolare la crescita.
Barroso non è voluto però entrare nel caso specifico della Germania, il cui governo ritiene che l’austerità fiscale sia l’unico modo per risolvere la crisi del debito che sta colpendo l’Eurozona.
Riferendosi alla Banca centrale europea, Barroso ha infine chiesto che sia mantenuta la stabilità finanziaria. Secondo il presidente della Commissione europea infine la crisi attuale è un problema di fiducia nella capacità politica dell’Eurozona di rispondere a queste difficoltà e il modo per superarle è velocizzare la strada dell’integrazione.